… Proseguiamo il reportage della mia recente crociera (se vi siete perse la prima parte eccovi il LINK).
IL MIO ITINERARIO
1. giorno – Arrivo a Dubai
Atterrati alle 19:00 a Dubai dopo 6 ore di volo diretto da Malpensa, alle 20:30 eravamo già in cabina. La nave ha levato gli ormeggi in nottata per raggiungere l’Emirato più grande e la sua capitale, Abu Dhabi.
2. giorno – Abu Dhabi
Non abbiamo prenotato alcuna gita, mia figlia Gaia ci teneva a fare da guida.
Prima tappa l’imponente Moschea Sheikh Zayed. Purtroppo, non avendo acquistato anticipatamente il biglietto, ci siamo incanalati in una lunghissima coda, sotto al caldo sole, che avremmo potuto evitare…
Per l’accesso viene richiesto un abbigliamento rispettoso: niente shorts o pantaloni aderenti, braccia collo e testa coperti, capelli compresi. Se non siete provviste di ampio foulard o pashmina, vi verrà fornito gratuitamente un caftano.
Dal lunghissimo sottopasso si accede direttamente all’accesso principale.
Colpisce sin da subito la maestosità di questa Moschea, di un bianco accecante. 82 cupole e centinaia di colonne dai capitelli a forma di ananas tutti placcati d’oro che contrastano con il marmo bianco, in parte di provenienza altoatesina.
L’immensa corte interna di 17000 m2 è adornata da un bellissimo mosaico floreale, anche questo in marmo. I quattro minareti agli angoli sono alti 107 mt.
All’interno una bellissima stanza con altri delicati mosaici floreali ed un immenso salone ricoperto da uno dei tappeti più vasti al mondo: 5600 m2, 2,3 miliardi di nodi e 2 anni di lavoro per 1200 persone circa.
Anche il lampadario principale, interamente rivestito in Swarovski colorati, colpisce per le dimensioni: 15 mt di altezza.
Una moschea fortemente voluta dal defunto Sceicco Zayed, seppellito a lato, a simboleggiare, anche grazie alla varia provenienza dei materiali, l’unione dei popoli di tutto il mondo.
Dieci anni di lavoro conclusi nel 2007 per un complesso architettonico in stile moresco e persiano.
L’impressione è di un edificio volutamente imponente, capiente (può ospitare 40000 persone) e scenografico, un po’ freddo nei colori, ma una seconda visita aiuta a rivalutarlo.
Vi sconsiglio di andarci di venerdì, alla fine del Ramadan e durante le preghiere.
Tappa successiva l’Hotel Emirates Palace. Interamente costruito in ardesia, è da considerarsi uno degli Hotel più lussuosi al mondo. Le sale interne trasudano ricchezza e opulenza. Non mi ha colpito più di tanto. Preferisco di gran lunga l’Hotel Mamounia di Marrakech, con le sue corti rivestite in mosaico e le sue fontane.
Pranzo velocissimo per raggiungere il Louvre di Abu Dhabi, giusto per il tramonto.
Una costruzione moderna a cubotti bianchi a picco sul mare con aperture interne a fare passare l’aria come immense finestre sui vari scorci di Abu Dhabi.
Colpisce il suo soffitto: una cupola a più strati, con spiragli che lasciano passare la luce.
All’interno del museo una collezione temporanea molto interessante, “10000 Years of Luxury“. E proprio in concomitanza con tale esposizione è stato inserito un allestimento molto scenografico, un’enorme scatola di acciaio e vetro al cui interno, lungo una scala, si può vivere un’esperienza sensoriale diversa dal solito: il profumo l’Envol di Cartier viene percepito ai vari livelli in maniera differente, partendo dalle note di testa per arrivare alle note di fondo.
Il museo è altrettanto interessante. Moltissimi cimeli attraversano virtualmente culture e religioni di tutto il mondo.
3. giorno – Sir Bani Yas
Il secondo giorno abbiamo fatto tappa all’isola di SIR BANI YAS.
Mare pulitissimo, ma acqua freddina. La spiaggia viene allestita si volta in volta in funzione della compagnia di navigazione con lettini, noleggio attrezzature, bar e buffet.
Non ci è stato possibile partecipare al tour dell’isola, oasi faunistica dell’Arabian Wildlife Park (84km2) voluta sempre dallo Sceicco Zayed, fondatore degli Emirati Arabi Uniti. 30 specie in via di estinzione, di cui 10000 mammiferi, vengono protetti in quest’area dall’Environment Agency di Abu Dhabi, in particolare modo le sue 400 orici, prima di essere restituite alla terraferma.
4. giorno – Navigazione
…e febbre, giusto per Capodanno, ahi ahi ahi!
Il Capodanno in nave è stato fantastico anche se ero brasata, dalla cena gourmet all’intrattenimento, in contemporanea in Galleria, in Piscina ed in Discoteca.
Lo Staff dell’Animazione si è dimostrato simpaticissimo, oltre che bravo, e gestire migliaia di ospiti non è proprio facile.
5. giorno – Muscat – Oman
Febbricitante ed in coma profondo, ritrovo con il gruppo alle 7:00 del mattino del primo gennaio per l’escursione a Muscat in Oman.
La guida decide di anticipare alle 8:00 del mattino il tour all’interno del Souq di Muttrah onde evitare la ressa: altro che ressa! Botteghe quasi tutte chiuse, è il primo dell’anno anche per gli abitanti del posto… un Flop. Riusciamo giusto ad ammirarne i soffitti in Teak proveniente dall’India, da secoli importante partner commerciale dell’Oman.
Una curiosità: la tunica indossata dagli omaniti, denominata Dishdasha, porta sempre sul petto una nappina impregnata di incenso (di cui l’Oman è uno dei maggiori produttori al mondo), in modo da potere scacciare eventuali odori sgraditi.
Il “Fez” da giorno si chiama Kumah ed i ricami provengono dallo Zanzibar. Per le occasioni speciali gli uomini indossano il Mussar. Spesso l’uomo si accompagna ad un bastone da passeggio. Facile trovarne di molto belli nei mercati dell’Oman.
L’Oman, confinante con gli Emirati Arabi Uniti, è un paese pacifico che deve la sua ricchezza attuale al petrolio, ma che secoli fa rappresentava l’unico porto di transito per l’Oceano Indiano.
Solo il 15% del suo territorio è abitato e verde. Non piovendo mai, l’acqua necessaria all’irrigazione delle numerose aiuole di Muscat viene prelevata dal mare e poi depurata (a Dubai invece sparano alle poche nuvole che passano per provocare gli acquazzoni).
L’85% del territorio è desertico, con altipiani e montagne alte sino ai 3000 mt. considerate il museo dei geologi. È l’unico paese al mondo la cui superficie è costituita essenzialmente da crosta oceanica e da rocce provenienti dal mantello, ampiamente al di sotto della superficie terrestre. Inoltre, si possono identificare alcune tracce di magma di vulcani sotterranei e di foreste dove ora c’è solo sabbia.
Le formazioni rocciose possono essere ammirate anche dal mare, dei veri e propri fiordi. Mi dicono bellissima anche la Barriera Corallina.
Percorrendo la bellissima Corniche si raggiunge il Palazzo Reale di Muscat, Qasr Al Alam. Il complesso, edificato 200 anni fa e ristrutturato negli anni ’70, è l’attuale residenza del Sultano Qabus bin Said al Said, deceduto proprio ieri all’età di 79 anni dopo 50 anni al trono (conquistato con colpo di stato nel 1970). Senza eredi diretti, all’interno della sua proprietà soggiornano i nipoti, destinati a succedergli, ed il resto della famiglia.
Il Palazzo si distingue per lo stile arabeggiante ed i colori accesi, come l’azzurro ed il giallo.
Ci spostiamo alla Royal Opera House. Inaugurata nel 2011, questo magnifico edificio è stato costruito per volere del Sultano Qaabus, grande amante della musica classica.
Anche qui domina il marmo bianco, riscaldato dal legno italiano intarsiato e montato nei soffitti a cassettoni. Tanto legno anche nell’Auditorium, con giochi a scomparsa che permettono di adattare gli spazi, palchi compresi, alla rappresentazione in atto.
Un tempio dedicato a arte, musica e cultura dove predominano influenze architettoniche di diversi continenti, a testimoniare la volontà del Sultano di condivisione della cultura araba con il resto del mondo e della cultura del resto del mondo con il mondo arabo.
Il Sultano Qaabus ha personalmente donato una buona parte della sua collezione di strumenti musicali, attualmente esposti nel corridoio centrale.
Tappa successiva un piccolo museo dedicato alle culture omanite, insediato dentro un’abitazione. Niente di che.
Per finire mezz’ora per raggiungere una fabbrica di profumi, Amouage, che sinceramente non ha colpito nessuno di noi, se non per i prezzi proibitivi: 50 ml € 280,00!
Non è stata inserita nel Tour di 5 ore la visita alla grande Moschea di Muscat, costruita sempre per volere del Sultano Qaabus, l’unica in Oman visitabile dai turisti. Anche qui avremmo potuto ammirare uno dei tappeti ed uno dei lampadari più grandi al mondo. Sembra che da queste parti si faccia a gara su chi fa le cose più in grande.
6. giorno – Khasab – Oman
Abbiamo dovuto dare forfait alla gita al Forte di Khasab, al suo porto ed alle sue scogliere: la mia influenza mi ha tagliato le gambe.
Ho però sentito al rientro pareri positivi e, a giudicare dalle foto recuperate sul Web, ci posso credere.
7. giorno – Dubai
Mi sono sin da subito resa conto, scendendo dalla nave al mattino, che una sola giornata mai sarebbe bastata a vedere perlomeno lo stretto indispensabile: Dubai è enorme.
Fortunatamente mia figlia Gaia ha preparato un abbozzo di tour strategico.
In taxi subito al quartiere di Palm Jumeirah, una penisola artificiale a forma di palma costellata di appartamenti, ville ed hotel di lusso come il The Palm Atlantis, uno dei più conosciuti.
Un’hotel che mi da l’idea di essere a Las Vegas, non so perché…
Un’hotel con parecchi spazi dedicati ai più piccoli, come gli scivoli acquatici e le vasche con i delfini. All’interno diversi ristoranti a tema ed un bellissimo acquario, anche se non il più grande di Dubai.
Ci spostiamo verso uno degli edifici simbolo di Dubai, il Burj Al-Arab, detto anche “la Vela”, che ospita al suo interno l’unico hotel a 7 stelle del mondo. Due pedane in cima attirano la mia attenzione: una funge da ristorante a picco sul mare e l’altra da eliporto, da vertigini.
Impossibile non fare tappa nel vero centro di Dubai, dove, attorno alla famosa piazza con le fontane, si ergono parecchi grattacieli, tra i quali il più alto del mondo, il Burj Khalifa. Dal basso è impressionante, immagino anche dall’alto, un razzo proiettato verso il cielo. Non ci è stato possibile salirci: il biglietto era da prenotare parecchi giorni in anticipo, essendo altissima stagione, e ci è scappato. Penso che avrei sofferto comunque di vertigini: il Burj Khalifa è alto 828 mt, contro i 381 mt dell’Empire State Building che già mi faceva un po’ effetto.
Abbiamo assistito allo spettacolo delle fontane sia al mattino che al tramonto, accompagnati ogni mezz’ora dalla musica, sempre diversa. Appena cala il sole, essendo il gioco di suoni e luci delle fontane e del Burj Khalifa particolarmente bello, bisogna affrettarsi a prendere posto: un delirio di gente. Vi consiglio di appostarvi una trentina di minuti prima sul ponticello che collega il Dubai Mall con il Souk Al Bahar (che non vale la pena di visitare).
Voglia di shopping? Il Dubai Mall ha tutto, ma proprio tutto. Da grandi magazzini come Marks & Spencer, Les Galeries Lafayette e Bloomingdale’s, alle boutique di tutti i brand del lusso che possiate immaginarvi, a marchi più accessibili, a pasticcerie, ristoranti, negozi di arredamento, librerie, pista di pattinaggio, cinema, negozi di elettronica e tanto di più.
A Dubai impossibile non fare shopping, soprattutto a gennaio, quando gli sconti toccano il 70% in tantissimi negozi. Poco fuori Dubai trovate anche un Outlet Center.
Dovendoci tornare non mancherei di visitare il quartiere vecchio (anche se Dubai esiste sì da più di 2000 anni, ma ha conosciuto il turismo non prima degli anni ’80), girerei il fiume in barca per raggiungere ristoranti tipici del luogo, andrei a visitare il Souk dei tessuti, andrei sulla spiaggia dei Kyte Surf dove il vento mitiga le temperature, visiterei Dubai Marina, vorrei visitare il giardino botanico, salirei sicuramente sul Burj Khalifa e per finire andrei nel deserto a scivolare sulle dune, magari prenderei coraggio e salirei su di un cammello…
E se ci tornassi per l’Expo 2020? Eh già, perché da 20 Ottobre 2020 al 10 Aprile 2021 Dubai ospiterà quella che si preannuncia “the Greatest Show of All”. Scelta in occasione del 50esimo anniversario della nascita degli Emirati Arabi Uniti, avrà come tema “Connecting minds, creating the future”.
Dubai è come la immaginavo, una città stimolante, moderna, pulsante, fortemente legata alle tradizioni ma di mente aperta alle altre culture. Mi è dispiaciuto lasciarla.
8. Giorno – Volo di Rientro
Abbiamo lasciato la cabina alle 5 del mattino, un’altra levataccia, ma il volo di 6 ore con Emirates è particolarmente piacevole, con sedute molto comode che consentono anche in economy un pisolino.
CONCLUDENDO
Ho preferito Dubai ad Abu Dhabi, di cui mi ha colpita purtroppo la coltre di smog, ma devo ammettere che anche di Abu Dhabi in un giorno siamo riusciti a vedere veramente poco. Questo lo svantaggio delle crociere: si vede di tutto un po’, un “assaggio” di culture, paesaggi e civiltà per consentirci di decidere dove tornare poi con più calma.
Ho trovato sempre facile la comunicazione con tutti i locali, in inglese. Dopotutto quasi tutti questi sultanati sono stati un tempo protettorati britannici.
Tirando invece le somme sulla nave Bellissima di Msc, ecco il mio “si può sempre migliorare”:
- Meglio prenotare in anticipo e scegliere voli comodi: se fossimo arrivati di mattina e ripartiti alla sera, saremmo riusciti a visitare meglio Dubai.
- Nave fantastica, personale gentilissimo e estremamente preparato. Servizio eccellente, ma troppe code in reception e lunghe attese in tutti i bar.
- I 4 ristorante dove si cena sono dotati sia di tavoli da due che da quattro e di tavolate rotonde per più persone. Dovrebbe essere opzionabile la scelta del tipo di tavolo: alcuni di noi preferiscono cenare da soli con il partner, molti preferiscono in compagnia di altri ospiti.
- Le guide turistiche scelte sul posto da Msc ci sono sembrate poco competenti e disorganizzate, con informazioni sui luoghi spesso inesatte. Forse sono stata sfortunata.
- Costo pacchetto wifi troppo alto.
- Farei pagare per le bibite fuori plafond solo la differenza.
- Piscine sovraffollate.
- Prezzi Spa inavvicinabili (ma era comunque sempre piena).
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