Perché cercare mete lontane per le proprie vacanze quando viviamo nel paese più bello del mondo?
La Costiera Amalfitana era tra le mete che avevo in mente di rivisitare a breve: anni fa Positano mi era rimasta nel cuore con i suoi profumi, i suoi colori, il cibo fantastico, la bellezza del suo paesaggio e le sue casette colorate, un saliscendi di viuzze con negozietti deliziosi, il cibo fantasmagorico, la sua storia, la sua cultura e, non da ultima, la simpatia dei napoletani!
Fatto sta che, quando mio marito è stato invitato con consorte al seguito ad una Convention vicino a Sorrento, non mi sono di certo tirata indietro, ed ora che con 3 1/2 ore, massimo 4 di treno veloce ci si arriva…
Raggiungiamo il gruppo con un paio di giorni di ritardo. L’hotel scelto per ospitare duecento persone, il Towers Hotel Stabiae a Castellammare di Stabia, ha una vista mozzafiato sul Vesuvio, una SPA, una spiaggetta ed una grande piscina. Il ristorante direi che è all’altezza di un quattro stelle.
Peccato che esternamente si presenti come il classico casermone anni ‘80.
È comunque un hotel dal costo accessibile, in posizione comoda per Pompei, Ercolano, Napoli e Sorrento, ma poco pratico se si vuole visitare la costiera: ci si può impiegare un’ora e mezza. Ho scoperto però che vengono organizzate gite in costiera via mare, sicuramente meno stressanti.
Dovendo organizzare per conto mio avrei scelto ancora una volta l’ Hotel Poseidon di Positano: una vista spettacolare, un nido incantato per inguaribili romantiche come me.
Che ne dite se vi rendo partecipi delle mie scoperte?
Amalfi: nonostante i tempi strettissimi sono riuscita a visitarne il centro.
La Cattedrale di Sant’Andrea, edificata nel IX secolo in stile romanico e rimasta collegata alla Basilica del Crocifisso per lungo tempo, ha subito parecchie modifiche nei secoli a seguire. Gli interventi in stile barocco e rococò sono stati soprattutto incentrati sulla facciata. Una forte tempesta nel 1861 ne ha fatto crollare una parte. Da qui la decisione del rifacimento in stile neomoresco (con le sue arcate incrociate) e l’aggiunta di un atrio di collegamento al campanile, al chiostro del Paradiso e alla Basilica del Crocifisso.
La Pasticceria Pansa (non Panza ragazze!) accanto alla cattedrale è una delle più antiche e rinomate della costiera: sfogliatelle, babà e caffè naturalmente a volontà.
Perlustrando i negozietti sulla via principale, partendo da piazza del Duomo, non potete non entrare nelle botteghe dei calzolai per scegliere il vostro sandalo, confezionato su misura davanti ai vostri occhi. Ho scaldato come sempre la carta di credito, da Thyche questa volta (è stato il mio souvenir…), optando per la versione semplice, senza pietre né strass.
I colori delle maioliche e le saponette a forma di limone ci ricordano quanto sia importante il colore nella tradizione napoletana (e di tutto il sud Italia).
Trasferimento in collina, a Ravello, per potere visitare i giardini di Villa Rufolo, ove si tiene sin dal 1953 il Ravello Festival a cui affluiscono ogni anni migliaia di spettatori da tutto il mondo.
Quest’anno si terrà dal 30 giugno al 25 agosto: che ve ne pare della vista?
Questo palazzo del 1300 fu costruito dall’omonima nobile famiglia nel suo periodo di maggiore ricchezza. Ci accoglie subito il Chiostro Moresco, passaggio obbligato per arrivare allo slargo ove troneggia la Torre Maggiore. Superato un porticato a cielo aperto con vista mozzafiato sulla costa, si scende verso i giardini dégradés che tanto hanno ispirato il secondo atto del Parsifal di Richard Wagner nel 1880. In quel periodo lo scozzese Francis Neville Reid aveva rilevato Villa e giardini ormai in stato di abbandono rendendoli, con un’opera di ristrutturazione in linea con i canoni estetici europei, un capolavoro architettonico e successiva sede di un grande fervore culturale.
Una veloce doccia in albergo con cambio d’abito (ed i miei nuovi sandaletti rossi) per trasferirci con il gruppo al completo alla Reggia di Caserta, soprannominata la “Versailles” italiana.
Caserta fu scelta nel 1750 da Carlo di Borbone, come sede del Regno di Napoli, volutamente lontano dal Vesuvio, ai tempi costantemente in attività. Impossibile non paragonarla ad altre Regge Reali Europee, in primis a Versailles. I lavori furono affidati a Luigi Vanvitelli.
47000 m2 su 5 piani, una pianta rettangolare con quattro grandi cortili interni: all’arrivo ci lascia a bocca aperta il corridoio centrale che lo attraversa sino ai giardini all’italiana, disegnato a “cannocchiale” onde offrire una visuale scenografica dei giardini ai visitatori: meraviglioso.
Scenografico anche lo scalone d’onore, ad accesso agli appartamenti reali: imponenti complessi scultorei e un affresco sul soffitto dotato di balconata, ove si posizionava l’orchestra ad accogliere e stupire gli ospiti dei ricevimenti reali.
Ho visitato gli appartamenti rischiando di ammazzarmi: i miei occhi non potevano non staccarsi dai soffitti magistralmente affrescati. Onde agevolarvi la visione vi ho capovolto le immagini. Non stupitevi dunque dei lampadari storti.
Degni di nota anche i lampadari in cristallo, alcuni di Boemia, altri di Murano.
La preziosità dei soffitti è bilanciata dalla pavimentazione in cotto effetto finto marmo di alcuni saloni, indice di periodi non sempre floridi per la famiglia reale. Pochi i saloni arredati.
Le stanze più sfarzose? Quelle allestite durante l’insediamento di Gioacchino Murat, marito di Carolina Bonaparte.
- Letto di Gioacchino Murat
La cappella Palatina, rimasta gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, ricorda enormemente nella sua struttura quella di Versailles, da me visitata a dicembre.
- Cappella Palatina
Degna di nota l’antica biblioteca, ove sono conservati i disegni di tutti i reperti di Ercolano e Pompei rinvenuti durante il Regno di Napoli.
E la collezione di Presepi? Una meravigliosa tradizione nata durante il Regno di Carlo I e tramandata con passione sino ai giorni nostri.
Nascosto in un angolo abbiamo scoperto il primo ascensore d’Italia.
I giardini all’italiana, divisi da lunghi bacini abbelliti da enormi fontane, come la Margherita, i Tre Delfini, Venere e Adone e quella spettacolare di Eolo, sono molto semplici e fiancheggiati da enormi lecci.
Per potere raggiungere l’ultima enorme fontana, di Diana e Atteone, alimentata dalla cascata dal Monte Taburno, bisogna percorrere 3 chilometri, ma è disponibile un servizio di navetta: eccovi un’idea della distanza dalla Reggia.
- Caserta 2018
Ci aspetta una cena placée all’interno, un’opportunità rara.
Direi per concludere che lo stato di conservazione della Reggia, dopo anni di incuria, non delude di certo. Ciò nonostante pochissimi visitatori, purtroppo, ma questa è l’Italia…
L’Italia che ci fa anche sorridere, come padre, madre e bambino, in tre sul motorino (ma con il casco) che ci hanno tagliato la strada sulla via della stazione, e la madre che si fa il segno della croce per lo scampato incidente.
E per concludere capatina da Cuor di Sfogliatella a Napoli: dieta da domani! Vi ho ingolosite?
- Napoli 2018
- Cuor di Sfogliatella