50enni.blog: presenti!
Abbiamo avuto il piacere di potere assistere ad alcune interessanti sfilate e presentazioni durante la recentissima MFW SS19.
Un’esperienza che ci ha dato modo di confrontarci con le tendenze per la prossima primavera estate, sì, ma anche di dare un’occhiata più da vicino al “contorno” di questi avvenimenti.
Fedeli al nostro motto “meglio poco ma buono”, non abbiamo mai voluto presentarci con i look stravaganti dei tanti influencer o blogger che tanto colorano ed animano Milano per qualche giorno (immancabilmente immortalati dalle decine di fotografi): una cinquantenne risulterebbe ridicola.
No: abbiamo voluto sempre presentarci con i nostri soliti look sobri ma moderni, evitando di cadere però nel banale e portando avanti la nostra bandiera da Seenagers!
Eccovi un breve résumé e tante foto:
PRIMO GIORNO
Presentazione di Cinzia Rocca, un marchio storico nel panorama italiano, da anni apprezzato negli Stati Uniti e nel resto del Mondo.
Un brand 100% Made in Italy, che ci pare fatto apposta per noi overAnta!
I tessuti sono preziosi, i tagli sartoriali, capi sobri e silhouettes pure ma con “brio”, facilmente intercambiabili tra di loro. Dei capi pratici per la donna contemporanea che non vuole rinunciare all’eleganza e alla femminilità, sempre con un pizzico di leggerezza.
Deliziosi i capi spalla ed i pantaloni, dal taglio diritto e portabilissimo a qualunque età.
I colori dialogano tra di loro, mischiandosi e convivendo in modo giocoso e celebrando la primavera: il giallo sole, l’azzurro acqua, il rosa peonia ed il rosa sand. Ce ne siamo innamorate e ne riparleremo molto presto!
Sfilata Annakiki by Anna Yang: tutto esaurito in Via Turati per questo evento tanto atteso da buyers, stampa e blogger come noi.
Siamo state incuriosite da questo marchio recente di cui abbiamo apprezzato la collezione Autunno Inverno attualmente in commercio: tailleur, soprabiti e abiti da sera con un accenno di proporzioni “over” sulle maniche, molto interessanti.
Abbiamo notato per la prossima Primavera Estate una decisa virata verso quello che questa giovane stilista cinese descrive come un “fashion glitch“, ovvero un ciclo di decontrazione e ri-assemblaggio in termini non convenzionali.
Materiali dunque innovativi come il PVC, volumi esasperati ed abbinamenti inusuali. Una collezione di certo apprezzata dai più, ma di minore attrattiva, ad esclusione di qualche abito da sera e di qualche tailleur, per noi 50enni, poco avvezze alla trasgressione. Può piacere.
SECONDO GIORNO
Un piacere partecipare al Preview della collezione PE2019 della giovane e talentuosa stilista Sara Battaglia. Conosciuta anche come sorella minore della famosissima Giovanna Battaglia Engelbert, ha sin da subito espresso la sua identità estetica facendosi apprezzare in tutto il mondo.
Mi sono sempre piaciuti i suoi tessuti “corposi” ma mai rigidi, che seguono il movimento del corpo conferendogli femminilità. Un sapiente utilizzo del Duchess, del jersey, del poplin e del denim con tagli ispirati alle sartorie maschili per camicie e giacche, ma anche all’eleganza femminile un po’ d’élite degli anni ’50 e ’60.
I pantaloni palazzo a vita alta slanciano la figura e affinano le silhouettes. Dettagli vezzosi come le frange e qualche intarsio geometrico.
Sempre colori decisi, il verde smeraldo tra i suoi preferiti da sempre assieme al fucsia, al blu navy, al giallo, all’arancio, all’immancabile bianco e all’oro.
Uno stile ben preciso che accompagna tutte le sue linee, denotando una coerenza rara. L’attualizzazione del classico, ci piace.
Come ci piace la sua linea di borse semirigide, da me intercettate nelle vetrine di New York in primavera, con i bordi multicolore a soffietto.
Ho avuto l’onore di essere invitata all’esclusiva Mostra/Evento organizzata da Vogue Italia e dalla Azzedine Alaïa Association a Palazzo Clerici, in occasione della Milan Fashion Week.
Devo ringraziare una mia cara amica parigina, amica di lunga data di quello che secondo me sarebbe riduttivo classificare stilista, bensì un artista-scultore: influenza certa il suo percorso di studi all’École des Beaux Arts di Tunisi. Perché gli abiti esposti sembrano cuciti addosso ai manichini, in un equilibrio di forme e tessuti da lasciare senza fiato.
Ho avuto altresì l’onore di conoscere quello che per sessant’anni è stato il compagno di vita di Azzedine Alaïa, Christoph von Weyhe, che con Carla Sozzani ha dato vita all’associazione a lui dedicata.
E parlando più tardi all’Hotel Four Season con il marito della mia cara amica, mi vengono raccontati degli aneddoti poco noti ai più che mi fa piacere condividere con voi. Sessant’anni fa Azzedine viveva a Tunisi, ove, dopo avere confezionato per anni gli abiti per madre e sorella, iniziava ad essere apprezzato da facoltose clienti locali. Incontra il mio amico in vacanza spesso da quelle parti e proprio da quest’ultimo è partito l’insistente invito a trasferire la propria genialità a Parigi. Era il 1957. Un breve inizio chez Maison Dior poi da Guy Laroche e Thierry Mugler come fashion designer sino all’apertura nel 1970 del suo Atelier. Il resto è storia… e che storia!
TERZO GIORNO
Riposo!
A seguire la seconda parte: restate sintonizzate!