Le nostre nonne toglievano dalla naftalina il cappotto ad ottobre per poi riporlo nel guardaroba a marzo. Il cappotto era un capo obbligatorio, in genere confezionato da abili sartine con materiali di pregio.
Visto il suo valore, si usava spesso in tempi di guerra riutilizzare il retro del cappotto liso nel tempo, riposizionando la fodera al contrario: mi viene da lanciare la battuta de “il primo double-face“, ma la nostra generazione e le successive difficilmente potranno mai capire quanto la povertà possa incentivare un’obbligata creatività!
Le nonne più abbienti invece facevano fare al loro cappotto una piccola pausa da Natale a febbraio, indossando la pelliccia.
Sarà perché gli inverni rigidi sono solo un lontano ricordo, sarà per il dilagare del Fur Free e di una maggiore coscienza animalista, sarà che ormai fa un po’ “sciura” milanese, la pelliccia, se la si possiede, la si indossa ora prevalentemente in montagna.
Dagli anni ’70 in poi il Prêt-à-Porter ha un po’ “ammazzato” il cappotto di buona fattura. Non per tutti ovviamente. E proprio per questo motivo vi voglio oggi proporre solo e unicamente marchi di alto livello storicamente noti, visto che da sempre di cappotti ne producono a migliaia, dunque sanno fare il loro mestiere…
Il costo di un buon cappotto in alpaca, cammello o cachemire non sarà mai inferiore agli 800€/1000€, ma se tenete in considerazione che un taglio classico, anche quest’anno riproposto da tutti, non passerà di moda di certo per i prossimi 10 anni… vale a mio avviso la pena di investirci (idea regalo di Natale?).
Inoltre esistono oramai parecchi Outlet Center in tutta Italia: l’affare è dietro l’angolo.
Dunque, prima di dare un’occhiata alle mie proposte, vi ricordo di controllare sempre le etichette: i materiali più pregiati e durevoli sono il cachemire, l’alpaca, il cammello, il beaver di lana o di cammello, l’orsetto di alpaca, e la lana 100% in tutte le sue varianti, a volte miscelata a cachemire, a seta e ad alpaca.
Troverete molti modelli a vestaglia e ampi, all’insegna della comodità dettata dalla moda di quest’anno. Attenzione ai volumi: spalle strette e tessuti poco spessi aiutano a smagrire, come pure i modelli sciancrati in vita.
Iniziamo con il leader indiscusso del cappotto, Max Mara. A catalogo centinaia di modelli, per tutti i gusti. Eccovene alcuni.
Forse non sapete che Max Mara ha una collezione continuativa di cappotti iconici, proposti in più varianti di colore, tra cui il bellissimo e morbidissimo Teddy Bear Coat, amato dalle star e copiato l’anno scorso da tutti i marchi del fast fashion.
In alternativa i marchi partner di Max Mara, come PennyBlack, I Blues, Week End, Sportmax, Max & Co. e Marella: sono più economici e con proposte molto simili. Un altro suggerimento il loro outlet ufficiale Diffusione Tessile. Hanno anche le taglie comode di Marina Rinaldi. Se siete fortunate vi trovate i capi spalla della scorsa collezione, ma l’assortimento è sempre vastissimo.
Cambiamo totalmente stile. Una ventata di freschezza senza trascurare l’alta sartorialità: Sara Battaglia.
Trovo che Herno sia un marchio innovativo, classico ma non troppo, e che la loro collezione di quest’anno di capi spalla sia decisamente interessante, sia per l’uso sapiente di colori polverosi (adoro l’azzurro in copertina), che per l’abbinamento cappotto piumino decisamente pratico. Eccovi alcune immagine rubate dal loro catalogo.
Ho lasciato per ultimi, ma non ultimi in fatto di buongusto, cura del dettaglio e scelte di materiali preziosi, i nostri amici dello storico italianissimo marchio Cinzia Rocca.
Qui non si sbaglia mai: i modelli sono classici ma contemporanei, raffinati e sportivi al tempo stesso. Sono decisamente adatti alla donna moderna ed attenta al look. Insomma: adatti a noi 50enni! E online la scelta è vastissima.
Continueremo a tenerli d’occhio per poterveli riproporre in futuro con le prossime novità: come al solito RESTATE SINTONIZZATE!