Ciao a tutte!
Chi mi segue su Instagram e su Facebook mi vede oramai in tutte le salse tutti i santi giorni, una vera pizza, no?
Perché? Non perché ami particolarmente apparire sui social, anzi…
Perché sono molto diligente e così mi è stato detto di fare.
Un passo indietro: negli ultimi anni, soprattutto quando l’inizio della menopausa ha iniziato impietosamente a modificare il mio corpo, ho mal sopportato le immancabili foto con figlie, marito ed amici: l’immagine riflessa poco aveva a che fare con quella che mi trasmetteva lo specchio, dove comunque mi sono sempre piaciuta.
Fortunatamente, una volta seguito un regime alimentare corretto, un po’ di sport e qualche fitoestrogeno, sono riuscita a riconquistare un peso più che accettabile (ed il benessere psicofisico che ne consegue), ma conservando sul corpo qualche segno del tempo che comunque passa, facente parte dopotutto del mio pacchetto overAnta e di cui comunque vado fiera.
Perché in realtà a qualcuno di questi segni del tempo mi ci sono pure affezionata e trovo che mi conferiscano maggiore personalità, come le zampette di gallina lasciate dalle risate di una vita. Altri li blocco lì, con creme e trattamenti non particolarmente invasivi: non lasciarsi andare significa per me volersi bene, comunque a prescindere.
Ma sino a poco fa poche foto mie comunque, per scelta, per timidezza, per pudore.
Due anni fa in questo periodo ha preso forma con Raffaella questa nuova attività, 50enni.blog. Affidandoci ad uno studio specializzato per la costruzione del sito abbiamo iniziato a scrivere scrivere e scrivere, con tanta passione ed utilizzando delle belle immagini colorate, scaricate dalle banche fotografiche. Pensavamo fosse sufficiente.
Contemporaneamente abbiamo aperto i profili social. E qui è iniziata l’avventura delle foto…
Instagram per me era ancora terreno ignoto. L’immagine su Instagram fa la differenza, il Feed deve essere accattivante. Abbiamo inaugurato il nostro profilo pubblicando bellissime foto di fiori, opere d’arte, animali e paesaggi. Siamo state redarguite: “così non funziona, i vostri follower vogliono vedere le vostre facce, cosa indossate, che sport fate, dove mangiate, dove andate in vacanza…”. In buona sostanza, essere blogger presuppone inevitabilmente essere influencer, dovendo ispirare tante donne della nostra età.
Aiuto, in quel momento mi sono sentita molto naïf ed impreparata.
In che posa mettersi, che faccia fare? Oddio, a volte si vedevano solo le rughe, la pancetta e le braccia non più tonicissime, cose che allo specchio io addirittura, nell’insieme, non notavo. L’altissima definizione dei cellulari di ultima generazione tra l’altro è impietosa…
La Raffa era avvantaggiata, sempre in forma perfetta, sportivissima. Io sembravo una “sciura milanese” che si fa i selfie, decisamente goffa.
L’arte dei selfie e della posa non mi sono state insegnate, o perlomeno ci hanno provato le mie figlie adolescenti, ma ogni volta l’ho trovato imbarazzante.
Ho sempre invidiato la dimestichezza davanti all’obiettivo di tante amiche, alcune decisamente tra l’altro fotogeniche.
Mi ci sono adattata, ho imparato con il tempo ad essere un filino più a mio agio davanti all’obiettivo, ho imparato qualche posa ed ho identificato quali sono le espressioni più adatte a me e che più mi rappresentano, non solo perché a volte con alcune sarei decisamente ridicola, ma anche perché in uno scatto vorrei racchiudere il mio pensiero ed il mio entusiasmo, cosa non facile.
Recentemente ho avuto modo di confrontarmi con qualche fotografo professionista e devo ammettere che, nonostante io sia ben consapevole che trattasi di piccole parentesi divertenti, che con un make-up ben fatto e con delle belle luci sparate, il fotografo può fare miracoli, appianando magicamente le rughe (esattamente come fanno le presentatrici televisive), molto meglio di tutti i filtri magici capaci di regalare a chiunque una faccia da bambolina, che di vero ha poco.
Ma farsi fotografare è tutt’ora per me terreno ignoto ed impervio, ho tanto ancora da imparare e probabilmente mai riuscirò a sentirmi pienamente a mio agio nel ruolo di “modella per un giorno” per voi, probabilmente perché non è il mio mestiere, neanche con un Giovanni Gastel dall’altra parte dell’obiettivo.
Cercherò di non trasmettere mai l’impressione dell’esibizionista che non mi si confà, cercherò di farvi capire che io sono fatta così, anche con le rughettine e gli occhi a volte segnati, mai mi mostrerò mezza “biotta” per ottenere più like e gonfiare i follower di gente a cui non importa nulla di quello che scrivo.
Mai vorrei trasmettervi il messaggio che apparire sui social non è sinonimo di vita migliore, fatta solo di apparire: a cinquant’anni la vita ce la dobbiamo godere al di fuori dei social. La vita è altro, la vita può essere meglio. La foto è solo un mezzo per parlarvi del blog e di me.
Perché io sono così come mi vedete, con le facce a volte imbarazzate a volte sorridenti davanti all’obiettivo. E così resterò, anche quando avrò 80anni e sarete costrette ancora a scorrere le mie immagini sui social. E a quel punto mi attrezzerò di occhialoni alla Iris Apfel e via!
Le Stories su Instagram sono un’altra cosa: qui non ho ancora iniziato ad imparare a parlare senza provare imbarazzo, senza gesticolare in modo assurdo, senza impappinarmi, senza fare facce che nulla hanno a che vedere con quelle che faccio in genere. E non esistono corsi per questo, se non quelli di recitazione, dunque non vedo all’orizzonte possibili futuri miglioramenti, ahimè, dunque ve le sorbirete ancora così.
Ma non è così grave no? L’importante è riderci su!
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