Ciao amiche,
Quest’anno ho deciso di scappare al calduccio. Non ai tropici, decisamente costosi per Capodanno, ma a tre ore e mezza di volo, in una città che mi ha regalato in passato tante emozioni, MARRAKECH, destinazione sempre più di moda, soprattutto dopo alla recente visita di Chiara Ferragni. L’indotto del turismo sta attraversando un periodo particolarmente florido e lo si può percepire sin da subito arrivando nel magnifico aeroporto.
Continuano a nascere nuove strutture alberghiere e residenziali, altro segnale di benessere in uno dei pochi paesi del nord Africa dove, anche grazie alle strette misure di sicurezza ovunque, il turista ci viene in serenità con tutta la famiglia.
Vivace di giorno ed ora anche alla sera, con tantissimi locali notturni e bistrot alla moda.
Abbiamo scelto una struttura all inclusive con sport e animazione fuori città che ho preferito recensire, negativamente, su Tripadvisor, trattandosi di un 5 stelle farlocco.
Essendo però questa la mia quarta vacanza a Marrakech vi posso assicurare che di hotel di ottimo livello ce ne sono comunque un’infinità. Quello di quest’anno è stato scelto all’ultimo minuto senza troppe indagini, ahimé. Se volete assaporare appieno l’atmosfera del posto vi consiglio di soggiornare in un RIAD in città. La camera va prenotata con largo anticipo, trattandosi di strutture piccole. La guida completa è disponibile presso l’ufficio del turismo o online (su Amazon vi consiglio “Marrakech dietro alle antiche porte” di Barbara Bertuzzi).
Alternativamente all’interno del quartiere Palmeraie troverete ottime strutture in mezzo al verde con ampi spazi comuni, SPA con l’immancabile Hammam e piscina a volte riscaldata. Un paio di volte ho soggiornato presso l’hotel Palmariva Palmeraie della catena Pullman.
Eccovi quanto degno di nota da me visitato:
JARDIN MAJORELLE – MUSEO BERBERO – MUSEO YVES SAINT LAURENT
Si trovano nel quartiere nuovo (Ville Nouvelle) di Marrakech, al di fuori delle mura ed al confine con la Palmeraie. Conviene acquistare il biglietto cumulativo. Se riuscite a farlo prima, vi evitate l’ora di coda dell’alta stagione.
All’interno del magnifico e ricco giardino tropicale (300 specie botaniche su uno spazio di 1,6 ettari), ove si insediò nel 1923 il pittore francese Majorelle, si trova la sua abitazione/studio in stile moresco/cubista dai colori accesi, tipici dei villaggi berberi.
Al suo interno è stato allestito il ricchissimo Museo Berbero. Scoperto negli anni ’60 da Yves Saint Laurent quando iniziava ad essere aperto al pubblico, fu da quest’ultimo, assieme a Pierre Bergé rilevato e magnificamente ricondizionato nel 1980, onde evitarne la rovina. La coloratissima casa divenne la loro abitazione. Nel 2002 nasce la Fondazione Benefica Bergé et Saint Laurent. Nel giardino delle rose sono custodite le ceneri del grande stilista, deceduto nel 2008, che tanto ha amato vivere a Marrakech.
Nel 2010 viene inaugurato il museo a quest’ultimo dedicato, non da meno rispetto a quello di Parigi. Le immagini rubate (a momenti mi arrestano: non si possono scattare foto) parlano da sole.
IL SOUK
Ovvero un dedalo coperto lungo 10 kilometri disseminato di centinaia di negozietti, la cui visita richiede almeno mezza giornata. Poco è cambiato rispetto al 1991 quando ci sono venuta la prima volta, se non per la nascita di bancarelle di abbigliamento ed accessori contraffatti (dove ti addolciscono con il the alla menta…), di boutique di stilisti locali, di ristorantini alla moda con terrazze panoramiche e della nascita di altri magnifici RIAD.
La Piazza delle Spezie è la mia preferita. Ho ancora impressi nella mia mente i profumi di ambra e cedro che 25 anni fa mi avevano conquistata. Tornata a Milano, coincidenza, mia madre mi aveva regalato il profumo Féminité du Bois di Shiseido, ora in licenza esclusiva del suo creatore Serge Lutens: un tuffo nel souk virtuale ogni volta che lo spruzzo.
Evitate di girare per il SOUK con gioielli o accessori preziosi, borsette saldamente nelle vostre mani, meglio ancora un borsello (tanto va ancora di moda): i borseggiatori, soprattutto i ragazzini, sono numerosi in Piazza JEEMA EL-FNA.
Cosa comperare? Tappeti, attenzione richiedete certificato, ve li spediscono a casa. Degni di nota quelli berberi antichi. Oggetti in ottone anche smaltato, lampade in peltro, coloratissime ceramiche e naturalmente accessori in pelle, tra cui le loro babbucce. La pelle viene conciata e tinta a mano, dunque l’odore pungente può persistere per anni. Lo sapete vero che il termine “maroquinerie” ad indicare nella lingua francese la pelletteria in genere, deriva proprio dall’antica tradizione marocchina nella lavorazione della pelle? Bellissimi i loro bijoux d’argento. Non potete non visitare un laboratorio erboristico, non solo per l’olio di argan, ed il mercato delle spezie. Lo zafferano in pistilli costa 4/5€ al grammo, dunque conveniente. Impossibile non comperare il lo ro the alla menta, da mettere in infusione in acqua bollente, con delle foglie di menta fresca e, se preferite, con una zolletta di zucchero (non potendo reperire il pan di zucchero in Italia…). Ricordatevi di contrattare: fa parte della loro tradizione, nessuno si offende.
PIAZZA JAMAA EL-FNA
Partendo dal Minareto, passando magari attraverso i magnifici giardini, non si può mancare la visita, possibilmente al tramonto, di Piazza JAMAA EL-FNA, il fulcro della MEDINA e la piazza più fotografata al mondo, quando pullula di kioski e si può gustare l’aperitivo su una delle sue terrazze con vista mozzafiato sulla città vecchia e sul Minareto. Lo sapete vero che i tramonti africani sono unici vero? Non è escluso insistano per mettervi tra le braccia una scimmia, se vi va bene, o un serpente: unico momento in cui mi verrebbe di scappare da qui.
Mi è stato impossibile rivisitare l’HOTEL MAMOUNIA: essendo al completo i facoltosi ospiti non gradiscono essere disturbati dai turisti. Un gran peccato: non avevo più avuto modo di entrarci dopo la ristrutturazione di dieci anni fa. Se ne avete la possibilità fatelo, anche solo per bere un the, prendere un aperitivo o giocare al Casinò: è uno degli hotel più belli al mondo. I suoi giardini, i suoi cortili tappezzati di mosaici, le sue fontane, i suoi saloni, tutto!
Serata un po’ da turista ma affascinante quella che qui chiamano FANTASIA – Chez Alì: sotto a dei grossi tendoni viene servita una cena tipica, tra cui cous cous e tajine ovviamente. A turno vari gruppi etnici, perlopiù berberi, accompagnano la serata con canti e balli tipici. Poi tutti nell’arena per gli spettacoli equestri e danza del ventre. I bambini li adorano, ma anche i “grandini”.
La seconda visita in città vecchia per gli ultimi acquisti e per visitare qualche RIAD è sfortunatamente saltata avendo mia figlia contratto una gastroninterite batterica, probabilmente toccando il cibo senza essersi lavata le mani.
Le infezioni batteriche in Marocco sono decisamente più rare rispetto a qualche anno fa ed il picco si raggiunge nei mesi caldi. Ciò non toglie che lavarsi le mani spesso, assicurarsi che frutta e verdura cruda siano state lavate con acqua potabile, non fare mai aggiungere ghiaccio alle bibite, non bere spremute di arancio diluite con acqua di rubinetto e sciacquarsi i denti con acqua in bottiglia possa prevenire quanto occorso a mia figlia, la monella di casa. Utile anche iniziare una terapia preventiva con fermenti lattici 10 giorni prima dell’arrivo in Marocco, soprattutto ai bambini. Partite attrezzati comunque di fermenti lattici, antipiretici, antibiotico a largo spettro, antivomito e antidiarrea.
Vi segnalo altre visite degne di nota: MOSCHEA DELLA KUTUBIYYA, PALAZZO EL BAHIA e le TOMBE SA’DIANE, da me visitati una decina di anni fa.
A nessuno è concessa la visita del PALAZZO REALE, mi spiace, neanche alla Ferragni.