IN MOLTE NON SAPPIAMO QUANTO SIA IMPORTANTE PRESERVARE IL BUON FUNZIONAMENTO DEL PAVIMENTO PELVICO ONDE PREVENIRE FASTIDI QUALI IL PROLASSO
Perché il pavimento pelvico non viene mai menzionato quando si parla dei nostri muscoli? Eppure questo è il distretto muscolare con il maggior numero di funzioni di tutto il corpo..
Oggi parliamo di pavimento pelvico con Nicoletta Carai, Fisioterapista esperta in riabilitazione pelvica e Osteopata, conosciuta sui social come @osteopatiafemminile.
NICOLETTA CARAI E IL PAVIMENTO PELVICO
Nicoletta Carai si occupa di pavimento pelvico dal 2015, quando, dopo la laurea in fisioterapia, si iscrive alla scuola di Osteopatia spagnola EOM (Escuela de Osteopatia de Madrid), dove ha concluso gli studi nel 2019.
Ha continuato a fare corsi di approfondimento sul benessere pelvico in Italia ed all’estero, sia durante il percorso di osteopatia che dopo.
Dal suo studio di Viterbo e online Nicoletta Carai si occupa principalmente di benessere intimo femminile e di dolore pelvico cronico a cui affianca la docenza in materia a fisioterapisti ed osteopati.
Pavimento pelvico, insieme di muscoli che sorregge quali organi?
Il pavimento pelvico è una struttura complessa, composta da muscoli e legamenti che hanno la funzione di sostenere gli organi pelvici, ovvero utero, retto e vescica.
Una disfunzione di questi muscoli potrebbe portare, nel breve o nel lungo termine, ad un’alterazione della funzionalità degli organi sopra citati, in quanto gli sfinteri che collegano gli organi interni all’esterno, ovvero l’ano per il retto, la vagina per l’utero, e l’uretra per la vescica, sono circondati dalla muscolatura pelvica; quindi un ipertono (un muscolo troppo contratto) o un ipotono pelvico (un muscolo troppo debole) influenzano notevolmente il nostro benessere sia intimo che degli organi pelvici.
Ci dicono sempre, dopo il parto, di eseguire regolarmente gli esercizi per il rinforzo del pavimento pelvico, perché?
In realtà questo consiglio non è corretto.
Infatti si dà per scontato che dopo un parto il pavimento pelvico sia necessariamente debole e debba essere rinforzato.
Dipende invece molto dal tipo di parto, se ci sono stati interventi chirurgici, quali ad esempio l’episiotomia, se la donna aveva di base un pavimento pelvico normotono, ipertonico o ipotonico.
Ecco perché ciò che è veramente importante dopo il parto non è il rinforzo del pavimento pelvico, ma una valutazione con un riabilitatore pelvico per capire quale sia il percorso terapeutico più idoneo da intraprendere per potere lavorare al meglio sulla funzionalità pelvica.
Estremamente importante è evitare di trattenere la pipì, che non rinforza assolutamente il pavimento pelvico, anzi può portare a disfunzioni importanti ed infezioni conseguenti al mancato svuotamento vescicale.
Con il passare degli anni capita di soffrire di incontinenza leggera o moderata, perché?
Purtroppo noi prendiamo in considerazione la zona pelvica solo se ci sono delle problematiche e difficilmente andiamo a lavorare sulla sua funzionalità in maniera preventiva.
Molto spesso quando abbiamo problematiche di incontinenza da sforzo, cioè un’incontinenza che si presenta con un aumento della pressione intraddominale come può essere una risata, uno starnuto o un colpo di tosse, diamo anche qui per scontato si tratti di una debolezza pelvica, ma in realtà 3 sono le possibili cause di incontinenza da sforzo:
- Un pavimento pelvico troppo debole
- Un pavimento pelvico troppo rigido (magari anche per colpa di un intervento chirurgico come appunto l’episiotomia, oppure per un’attività fisica eccessiva, ecc)
- Una dissinergia addomino-pelvica, cioè il pavimento pelvico e la parete addominale non lavorano più correttamente insieme. Questo porta ad una cattiva gestione delle pressioni intraddominali. Dunque se abbiamo un pavimento pelvico con un buon tono muscolare, che non lavora assieme agli addominali più profondi, potremmo soffrire comunque di incontinenza.
Risulta quindi chiaro che contrarre e rilassare il pavimento pelvico per cercare di risolvere questa problematica non solo può non portare benefici, ma può anche determinare un peggioramento della situazione.
Ecco perché è sempre importante rivolgersi ad un professionista già ai primi sintomi e non fare mai esercizi in maniera autonoma senza previa valutazione: spesso sono gli atteggiamenti sbagliati ripetuti nel tempo a portare all’aumento della disfunzione.
Cosa si può fare per prevenire tali problemi?
Io consiglio sempre di fare una visita con un riabilitatore pelvico a circa 2-3 mesi dal parto, oltre a quella ginecologia, perché dobbiamo sempre valutare la funzionalità delle strutture e questo è il compito del riabilitatore.
Sarebbe comunque indicata una valutazione pelvica anche più avanti nel tempo, proprio per mantenere e controllare la funzionalità della muscolatura pelvica, soprattutto quando ci avviciniamo alla menopausa.
Influiscono gli ormoni sulla tenuta del pavimento pelvico?
Il calo degli estrogeni in menopausa determina un indebolimento ed una diminuzione di elasticità dei tessuti muscolari e legamentosi del pavimento pelvico, che ricordiamo deve essere sia tonico che elastico per essere funzionale.
Inoltre gli estrogeni svolgono un ruolo estremamente importante nel garantire il benessere della mucosa vaginale e la corretta lubrificazione.
In caso di una disfunzione del pavimento pelvico già pre-esistente, si potrebbe andare incontro ad altre problematiche quali la dispareunia, fastidi durante i rapporti sessuali a causa dello sfregamento dovuto alla secchezza vaginale.
Mantenere un pavimento pelvico elastico e funzionale con una buona riabilitazione pelvica, attraverso esercizi specifici, andrà ad aumentare la vascolarizzazione a livello dei muscoli della zona, migliorandone l’ossigenazione e la funzionalità.
Prendere in considerazione il problema ed avere percezione di questa zona in maniera funzionale è già parte della terapia.
Altri consigli utili?
Di seguito vi lascio dei piccoli consigli di educazione intima per salvaguardare la salute del nostro pavimento pelvico.
❌ NON spingere con l’addome per fare pipì; questo atteggiamento NON facilita assolutamente lo svuotamento della vescica, anzi indebolisce la vescica che, a lungo andare, inizierà ad avere difficoltà nello svuotarsi completamente, favorendo quindi l’insorgenza di cistiti.
❌ NON Trattenere la pipì per troppo tempo e NON andare al bagno preventivamente. Questi due atteggiamenti portano ad alterare la funzione della nostra vescica, che tenderà ad adattarsi agli stimoli che noi gli diamo.
Nel primo caso, se ogni volta che dobbiamo andare in bagno non rispondiamo a questo bisogno, la vescica piano piano ci manderà lo stimolo di urinare sempre più di rado, indebolendo le pareti vescicali che non sono fatte per trattenere una mole di urina così eccessiva!
Inoltre questo continuo atteggiamento di trattenere la pipì porterà ad una continua contrazione dei muscoli pelvici, favorendo quindi l’ipertono pelvico.
Nel secondo caso invece, ovvero quando andiamo in bagno preventivamente, la vescica si abituerà a svuotarsi quando ancora non è piena, e quindi inizierà a mandarci stimoli sempre più ravvicinati (vescica iperattiva).
La soluzione dunque?
La giusta soluzione è imparare ad ascoltare il nostro corpo e rispettare le sue esigenze (in teoria dovremmo svuotare la vescica ogni 3 ore).
❌ NON Lavarti con detergenti intimi aggressivi o che non rispettino il ph, perché potremmo alterare la flora batterica vaginale! Un’igiene eccessiva è dannosa per il nostro benessere intimo, è sufficiente lavarsi i genitali semplicemente con acqua e utilizzare una volta al giorno un sapone intimo delicato che rispetti il nostro ph vaginale (ricordati che il ph della vagina varia a seconda delle fasi della nostra vita, durante l’età fertile è consigliabile un ph pari a 4, in menopausa un ph pari a 5.5-6)
❌ NON Lavarti da dietro a davanti quando si fa il bidet, ci si pulisce sempre da davanti a dietro e mai il contrario, proprio per evitare il passaggio di batteri anali all’entrata vaginale
❌ Evita di fare pipì in posizione semi-seduta, questa posizione non permette di svuotare bene la vescica, poiché si porta ad una maggior attivazione del pavimento pelvico, che invece dovrebbe rilassarsi durante la minzione e la defecazione. Addirittura sarebbe ottimale utilizzare un banchetto sotto i piedi quando si va in bagno, proprio per rilassare maggiormente la muscolatura pelvica.
E…
❌ ATTENZIONE allo stop-pipì! Non rinforza il pavimento pelvico, ma lo indebolisce e può creare difficoltà nello svuotamento vescicale, facilitando le infezioni!
❌ Attenzione a come facciamo sport! Eseguire esercizi o sforzi in apnea o spingendo l’addome verso il basso, porterà ad un aumento importante della pressione intraddominale gravando quindi sul nostro pavimento pelvico!! La stessa cosa vale per quando facciamo addominali, la respirazione gioca un ruolo fondamentale.
È importante ricordare che buona parte del lavoro riabilitativo deve iniziare proprio da noi e dalla nostra presa di coscienza. Perché ricordiamo che la conoscenza e la cura di noi stesse e della nostra intimità è l’arma di prevenzione più importante e potente che abbiamo!
Importante sapere che…
Durante i miei trattamenti associo sempre manipolazioni riabilitative fisioterapiche con quelle di tipo osteopatico, per andare a trattare non solo problematiche prettamente pelviche, ma anche tutte quelle strutture che possono influenzare la funzionalità pelvica a distanza. Infatti bisogna sempre valutare il corpo nel suo insieme, in quanto spesso disfunzioni del pavimento pelvico possono essere secondarie a problematiche a distanza (problemi viscerali, blocchi lombosacrali, ecc.).
Credo molto in un lavoro d’equipe che metta al centro la donna, per poter andare a lavorare a 360° sulla causa del problema, perché il nostro benessere pelvico troppo spesso viene sottovalutato o dato per scontato, invece è importante ripristinare la funzionalità corretta del nostro corpo per riprenderci cura del nostro benessere intimo e sessuale.
Grazie Dr.ssa Carai del tempo che ha dedicato alle lettrici di 50enni.blog
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