GIUDICI IRREPRENSIBILI DI NOI STESSE, A VOLTE NON ABBIAMO LA CORRETTA PERCEZIONE DEL NOSTRO CORPO, CON CONSEGUENZE DISASTROSE PER LA NOSTRA AUTOSTIMA
Oggi vi do qui il mio punto di vista sulla percezione del nostro corpo, frutto della mia esperienza e delle mie ricerche.
Ovvero: come convivere serenamente con un corpo in inesorabile mutazione…
Rieccomi finalmente qui, dopo una lunga vacanza.
Spero che la vostra estate sia stata vitaminica e rilassante: ci aspetta un lungo inverno.
E proprio a proposito di estate, qui non ho mai volutamente parlato di prova costume: inutile, alla nostra età, stigmatizzarsi entro canoni di bellezza imposti dalla società e, grazie alle modifiche ineluttabili che la menopausa può avere attuato su di esso, spesso la nostra percezione risulta sfalsata.
Eppure noi siamo quello che vogliamo essere, a prescindere, e nei nostri panni dobbiamo trovarci bene per forza!
Ma noi ci troviamo bene a 50 anni e più nei nostri panni?
Mi capita infatti di incontrare donne con corpi slanciati e sinuosi che comunque non amano, altre con corpi meno slanciati e sinuosi che al contrario si sentono bellissime.
E percepirsi belle ci rende agli occhi degli altri affascinanti, oltre a farci bene.
Ma voi desiderate sentirvi belle per voi o per gli altri?
Qui un paio di articoli interessanti: LINK LINK
Dunque… se bello non è quanto è bello, ma bello è ciò che piace… PIACIAMOCI!
E se non ci piaciamo, se comunque anche il medico ci dice che dobbiamo cambiare stile di vita, mettiamoci al lavoro: settembre è come gennaio mese di buoni propositi, no?
Partiamo da noi stesse, la riuscita di una rémise en forme, se necessaria, deve partire da dentro, bisogna essere motivate e volersi bene.
Se invece abbiamo un problema di dispercezione corporea, ovvero ci vediamo decisamente diverse da come siamo realmente, più avanti vi do qualche indicazione utile.
ALLA RICERCA DELLA “PERFEZIONE”
Sono soprattutto le donne a non sentirsi spesso attraenti, soprattutto in adolescenza e nel periodo menopausale e la percezione più o meno corretta che si ha del proprio corpo influisce purtroppo sull’autostima.
Oggi questo fenomeno è sempre più frequente, visto che la percezione del proprio corpo è spesso condizionata da ideali di bellezza irraggiungibili, tra Influencer e modelle a volte naturalmente (e molto spesso artificialmente) all’apparenza “perfette”.
Donne sulle quali sembra che il tempo non abbia mai attecchito.
Perché aneliamo la “perfezione”?
Premesso che la perfezione non esiste, questa non è obbligatoriamente attraente. Possono piacere e piacerci anche delle nostre imperfezioni, dettagli che ci rendono comunque unica.
Ma veniamo tempestati anche dai media, libri e social, con consigli su come diventare più snelli, sani e in forma e ci sembra di non fare mai abbastanza a volte.
Ma chi vuole sentirsi in armonia con il proprio corpo ed accettarlo per potersi sentire bella deve sviluppare in primis una sana consapevolezza di esso.
Vii spiego come arrivarci.
LA CONSAPEVOLEZZA DEL NOSTRO CORPO
Non c’è nulla di male nel voler migliorare il proprio aspetto, se davvero necessita di correzioni e soprattutto se a consigliarcelo è il nostro medico.
È dovere verso noi stesse seguire un’alimentazione sana e fare movimento regolare, il che ci porta di certo a riportare il corpo in armonia, a condizione però che non si insegua un presunto ideale di bellezza o che non ci si prefigga obiettivi irraggiungibili.
Spesso infatti il desiderio di essere più snelli, attraenti e in forma è la conseguenza di una considerazione ipercritica del proprio fisico, il che a sua volta è riconducibile alla mancanza di una sana consapevolezza del proprio corpo con conseguente carenza di autostima.
Prima tip dunque: percepiamo il nostro corpo nel suo insieme, non nei singoli dettagli!
COSA SIGNIFICA UNA SANA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO CORPO?
Significa accettarsi per come si è fatti e conoscere i limiti del proprio corpo, per potercene prendere cura in maniera responsabile e con la dovuta attenzione, senza tralasciare il nostro equilibrio mentale.
Le basi per una percezione positiva del nostro essere vengono gettate già durante l’infanzia e l’adolescenza, grazie al rapporto di fiducia che abbiamo avuto verso i nostri genitori, nostri primi “fan”.
Una bassa autostima infatti deriva spesso da maltrattamenti verbali subiti in gioventù, anche da compagni e amici. La vita ha poi fatto il resto…
Anche se si è un po’ carenti in tema di consapevolezza del proprio corpo, si può comunque costruire un rapporto positivo.
Stimolare la consapevolezza del nostro corpo fa bene a chiunque e ci porta ad accettarlo.
COME STIMOLARE LA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO CORPO?
Esistono diversi modi per stimolare la consapevolezza del proprio corpo, ad esempio con uno stile di vita sano e un’alimentazione varia ed equilibrata, l’importante non perderne mai il contatto.
- Lo sport ed il movimento costante contribuiscono a migliorare la nostra consapevolezza, soprattutto quelle che coinvolgono tutto il fisico, come lo yoga o il pilates. Il rafforzamento del nostro Core infatti porta anche all’equilibrio interiore e fa fluire armonicamente le nostre energie. Lo yoga in particolare si è dimostrato uno dei metodi più efficaci: è composto da tantissime posizioni e da diversi esercizi di respirazione e concentrazione che stimolano la percezione positiva del proprio corpo. Accettare il proprio fisico e sondarne i limiti sono elementi fondamentali nello yoga.
- Guardiamo oltre i punti “deboli” del nostro corpo, concentriamoci sui suoi punti di forza e poi diamoci un’occhiata per intero!
- Amiamoci indipendentemente dalle conferme degli altri: i riconoscimenti non dipendono mai solo dall’apparenza.
- Ascoltiamo i segnali che il nostro corpo ci lancia: spesso abbiamo bisogno di essere in forma per piacerci.
- Coccoliamoci! Dopo le vacanze abbiamo sicuramente bisogno di uno scrub sul corpo per eliminare le cellule morte, una maschera fortemente idratante e nutriente al viso previo un bel peeling enzimatico, un taglio ai nostri capelli spesso maltrattati al mare, magari una giornata detox, un po’ di ginnastica… viziarsi ci aiuta a tararci meglio su noi stesse, migliorando la percezione che abbiamo del nostro aspetto.
COS’È LA DISPERCEZIONE CORPOREA E COME RICONOSCERLA?
Può essere che qualcuna di voi ne soffra e non lo sappia…
Una delle più comuni problematiche che accompagna i disturbi alimentari è la dispercezione corporea o dismorfofobia o disturbo dell’immagine corporea.
Ogni volta che si guarda allo specchio si continua a vedere un’immagine “sbagliata” sia rispetto a ciò che si vorrebbe essere, sia rispetto alla realtà.
Se è vero che ci sono persone consapevoli di soffrire di un disturbo alimentare e che giungono a concepirlo come parte integrante della propria personalità e identità, ci sono anche persone che pur non sapendo di avere un disturbo alimentare soffrono psicologicamente in modo importante a causa della dispercezione corporea.
Diagnosticare la dispercezione corporea è di importanza fondamentale: non solo perché spesso si tratta dell’anticamera di un disturbo del comportamento alimentare, ma anche perché i disagi connessi alla percezione della propria immagine causano una sofferenza psicologica profonda e spesso continuano a sussistere anche dopo il trattamento delle problematiche legate all’alimentazione.
Per questo tipo di diagnosi è bene rivolgersi ad uno psicologo alimentare.
I SEGNALI DELLA DISPERCEZIONE CORPOREA
Partiamo come esempio dal soggetto sofferente di anoressia: nonostante riceva continuamente commenti tipo “ti trovo dimagrito troppo” o “mangi pochissimo”, guardandosi allo specchio il malato di anoressia vede una persona dall’aspetto sgradevole e grassa; troverà dunque mille motivi per cui gli altri gli rimandino costantemente un’immagine opposta a quella che percepisce.
L’immagine di sé è totalmente distorta e l’attenzione viene spesso focalizzata solo su una o più parti corporee, percependo il proprio corpo solo come una somma di più parti e non come un intero.
Ecco, anche qui dunque, come spesso capita anche a noi, la corretta percezione del nostro corpo deve portarci a valutarlo nel suo complesso, portamento, stile, e personalità comprese.
La terapia per la dispercezione corporea prevede un percorso terapeutico guidato, che tratta il disturbo in tutte le sue componenti: quella percettiva, quella cognitiva ma anche quella legata alla sfera emotiva, dove spesso risiedono le cause profonde del problema.
La dispercezione corporea è spesso sinonimo di disagio sociale e segno che molte delle sollecitazioni date da social e media possono influire sempre più negativamente sull’equilibrio psicofisico del lettore, in particolare modo sui giovani.
COM’ERA IL MIO CORPO
Sono stata per tantissimi anni una taglia 38, il mio metabolismo era super accelerato. E non me ne vantavo…
Sino ai 20 anni mi sentivo infatti troppo magra, a volte inadeguata, e così mi vedevano gli altri.
Con gli anni ho imparato a lavorare sui miei punti di forza, prendendomi cura del mio corpo e scegliendo capi adatti alla mia fisicità.
Il mio metabolismo super attivo ha fatto sì che, nonostante due figlie in tarda età, il mio corpo, che nel contempo avevo davvero cominciato ad apprezzare, si sia modificato davvero poco.
Poi la menopausa, la diagnosi di Tiroidite di Hashimoto e “BUM”: 12 kg in 1 1/2 anno, uno shock!
Fino a quando non mi sono messa in mano ad una brava ginecologa/endocrinologa per una TOS ad hoc, nessuna dieta ed attività fisica mi aiutava a riportare indietro la bilancia.
Riattivato il metabolismo, la nutrizionista (Studio Speciani – Drssa Valentina Chiozzi) e una moderata attività fisica mi hanno fatto tornare in forma.
Non sono più riuscita ovviamente a rientrare nella mia taglia 40, ma la 42 mi ha accolta a 53 anni e lì ambisco a rimanere.
Unico mio limite? Sono dormigliona ed il caldo di quest’anno non mi invoglia alla camminata veloce quotidiana per mantenere il metabolismo attivo e fare calare la pancetta.
Ma nel complesso mi piaccio ancora a sufficienza, visti i 58 anni…
LA PERCEZIONE DEL MIO CORPO ORA
Guardaroba ora ben fornito della mia taglia, non ho alcuna intenzione di prendere altro preso e disfarmi di quanto mi piace.
Già questa una grande motivazione, no?
Ho fatto mia la percezione del mio nuovo corpo, ineluttabilmente più tornito di una volta, dopo un lungo lavoro su me stessa.
Allo specchio il mio viso mi è sempre piaciuto, di rughe ne ho poche, le gambe sono ancora toniche e slanciate, il décolté regge ancora bene… quando non mi piaccio, focalizzo la mia attenzione sui miei punti di forza e mi rivaluto poi per intero, sempre tenendo conto dell’età che ho.
Mi do degli obiettivi e, se non riesco a raggiungerli, mi affido a dei validi esperti.
Settimana prossima, difatti, vedrò una biologa nutrizionista per valutare assieme un piano nutrizionale che allievi i fastidi causati dalla Tiroidite, dal reflusso e dalla colite, che mi gonfiano a volte tutto il corpo, a volte la pancia.
Ma non temo il giudizio degli altri: sono io il peggior giudice di me stessa e volermi bene significa anche prendersi cura del mio corpo.
Il punto vita dei miei 20 anni, cruccio di quasi tutte le mie coetanee, non tornerà mai più, inutile illudersi. Meglio adeguare il guardaroba per sentirsi meglio nei propri panni.
E qui 50ENNI.BLOG può aiutarvi!
ULTIMI CONSIGLI NON RICHIESTI
Nel guardarci allo specchio non scordiamoci mai gli anni che abbiamo.
Abbiamo vissuto, ci siamo arricchite di esperienze positive e negative, il nostro viso sicuramente lo trasmette e sono sicura che anche per questo veniamo apprezzate.
Il nostro corpo ci deve accompagnare verso questa nuova fase della nostra vita prima di tutto in salute, solo noi possiamo sapere se dobbiamo intervenire senza alcun accanimento per poterlo fare “funzionare” al meglio.
Vogliamoci bene!
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