È OPPORTUNO PARLARE DI MODA OGGI, MENTRE LA GUERRA IMPERVERSA QUI VICINO?
Ci ho riflettuto lungamente e vi dico oggi qui perché ho deciso comunque di continuare a parlarvi di moda e delle sfilate appena concluse.
La Fashion Week milanese ha esordito quest’anno con tanto entusiasmo, giusto un paio di giorni prima dell’invasione dell’Ucraina da parte delle milizie russe, suscitando in me sentimenti contrastanti: da una parte lo spettro della guerra vicina, dall’altra le nuove collezioni moda autunno inverno 2022, che tanto mi incuriosivano.
LA MODA IN QUESTI GIORNI
Da allora un peso sul cuore: mi sento impotente davanti alla sofferenza della popolazione ucraina, furiosa verso uno Zar che sta mettendo in ginocchio anche la popolazione russa. E poi tanta paura di un conflitto nucleare, timori per il futuro delle mie figlie e di tutte le nuove generazioni.
Mi sta assalendo al tempo stesso una certa sensazione di caducità, “hic et nuncio”, “qui ora e adesso”, un sistema di autodifesa che già aveva fatto capolino in me due anni fa allo scoppio della pandemia: avevo deciso allora che bisogna vivere il momento, gioendo delle piccole cose… e una delle mie piccole gioie è la ricerca del bello, come la moda, condividendola con voi.
Per questo e per altri motivi ancora oggi mi distraggo volentieri gustandomi le nuove proposte autunno inverno 2022.
Altra mia grande gioia toccare con mano la risposta immediata degli italiani alla richiesta di aiuti concreti: a centinaia nei punti di raccolta a smistare senza sosta gli arrivi, in tantissimi a chiedermi informazioni sui social.
Basta poco per essere felici, una volta compreso quanto si possa fare per esserlo e per fare felice chi non lo è.
LE SFILATE MILANESI
A onor del vero le sfilate milanesi non hanno dimostrato volontariamente alcuna mancanza di rispetto nei confronti delle popolazioni in guerra, ma tutto il corollario dei fashion shows, dagli eventi alle feste, ha urlato una mondanità decisamente fuori luogo.
Giorgio Armani è stato l’unico a volere trasmettere un elegante messaggio di rispetto verso l’Ucraina: anche stavolta il “Re Giorgio” della moda ha dimostrato una sensibilità rara.
…ma lo “show must go on”…
Eccomi qui dunque a ragionare sull’importanza di una Fashion Week e della moda in genere in Italia oggi: anacronistica in tempo di guerra?
In effetti la moda viene percepita da molti giusto come un inutile plus, un “abbellimento superfluo”, elemento vacuo in un contesto storico come questo.
Ma il sistema moda, come sicuramente sapete, da lavoro a una filiera immensa.
L’INDOTTO MODA
Il Sole 24 Ore parlava nel 2020 di un indotto moda, solo in Italia, di 600 mila persone. Dati a mio parere sottostimati.
E non parlo solo dei brand che sfilano, che comunque stanno subendo l’ennesimo crollo alle vendite…
La Russia rappresenta difatti una grossa fetta del mercato luxury, per questo la campagna vendite appena iniziata non sarà facile e in aggiunta a ciò piattaforme del lusso come Yoox e Net-À-Porter hanno appena bloccato l’export verso il territorio russo.
L’indotto moda è fatto anche di produttori di filati e tessuti, tintorie, sarti, concerie, calzolai, artigiani orafi, modiste e ricamatrici…. dietro le quinte del sistema moda Italia una rete infinita di terzisti, già fortemente indebolita dalla pandemia.
Per non parlare delle aziende di moda medio/piccole, molte delle quali fatte di laboratori artigianali con competenze tramandate da generazioni, molte delle quali, nell’era global, hanno iniziato a vendere in Russia.
Ecco perché ho deciso anche quest’anno di proporvi qui le mie scelte pescate dalle sfilate autunno inverno 2022: sono ispiranti e ci fanno sognare.
Continuerò inoltre a sostenere il Made in Italy, proponendovi prossimamente qui e sui social le collezioni più adatte a noi over50.
LE MIE PROPOSTE MODA DALLE PASSERELLE AUTUNNO INVERNO 2022
Tanto bianco e tanto nero, tanti outfit monocromo in colori caldi, tante piume e frange, tanta femminilità spesso abbinata a pezzi rubati dal guardaroba maschile, tanti pizzi e ricami, tanti colletti importanti e colli abbelliti da piume o trecce o rouches, tanti caban e cappotti over.
E poi tanti pantaloni over arricciati PaperBag e a palloncino indossati su top aderenti, tante gonne longuette, tanta pelle, tante righe e fiori, tanta eco fur.
Cappotti a vestaglia, maxi o costruiti, trapuntini sottili da indossare anche sotto alle giacche, un po’ di Sbarlush e di metallizzato.
Stivaloni e combat boots (mai nome più attuale, ahimè), maxi bags, giacche sciancratissime, orli sfalsati.
Qualche accenno di cut-out, scollature profonde e bustini in pelle, non sempre adatti a noi overanta, come il latex e le spalline iper imbottite.
Questa giusto la mia selezione dalle passerelle.
Purtroppo ho notato anche tante modelle sottopeso, mentre una piccola inclusione di donne overanta e curvy in effetti c’è stata, non sempre valorizzandone i punti di forza.
Interessante questo articolo di Barbara Christmann, founder di Beautiful Curvy (LINK).
Ci rivediamo a settembre con un’analisi approfondita delle collezioni più “fruibili” ai più, mentre appuntamento a breve con le proposte del Made in Italy per la Primavera Estate entrante.
CONCLUDENDO…
La moda italiana merita di essere salvaguardata e promossa a prescindere, lo dobbiamo al know-how che tutti ci invidiano, a tutte le famiglie che vivono grazie a questo, lo dobbiamo ai nostri figli, che necessitano perlomeno di una stabilità economica, garantita anche dall’industria della moda.
Non bisogna mai smettere di sognare, di cercare il bello, di ispirarsi: non costa nulla!
Sempre e comunque con la speranza che questa follia cessi al più presto.
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