Entrare in menopausa può rappresentare per molte donne una fase molto delicata della loro vita.
La menopausa può dare luogo a sintomi debilitanti e capaci di intaccare il benessere fisico e psicofisico, con disagi talmente importanti da influenzare a volte la sfera affettiva e sociale, essendo queste patologie a volte non curate per tempo, nel loro complesso e soprattutto non comprese dai più.
Mi rendo conto infatti che poche donne hanno le idee chiare su quello che effettivamente stia loro succedendo, a volte non sapendo a chi rivolgersi onde trovare indicazioni terapeutiche valide.
Per quanto mi riguarda, una volta entrata definitivamente in menopausa 4 anni fa su monitoraggio del mio ginecologo, ho seguito un ciclo terapeutico a base di fitoestrogeni, prescritto da un noto endocrinologo, ottenendo discreti risultati ma non risolvendo del tutto i miei problemi.
Tali cure (ed una regolare attività fisica associata ad una dieta bilanciata) avevano infatti riequilibrato il mio peso e la pressione arteriosa, eliminando le fastidiose vampate, ma la qualità del sonno (sono sempre stata un ghiro) ed il tono dell’umore lasciavano ancora a desiderare, ritrovandomi contemporaneamente con un inizio di osteoporosi, artrosi, secchezza oculare e della cute, diversi noduli alla tiroide e colesterolo letteralmente impazzito: il pacchetto menopausa completo!
La Drssa Rossella Nappi, stimatissima specialista, mi era stata vivamente consigliata da diversi medici e conoscenti:
- Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia del Dipartimento di Scienze Clinico-Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università degli Studi di Pavia
- Responsabile del Centro per la Procreazione Mediamente Assistita e dell’Ambulatorio di Endocrinologia Ginecologica e della Menopausa della Clinica Ostetrica e Ginecologica IRCCS Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia
- Membro del Comitato Scientifico della Società Internazionale della Menopausa
- Ricercatrice, autrice e coautrice di numerose pubblicazioni scientifiche, relatrice in innumerevoli seminari, ecc. ecc.
Da simpaticissima napoletana, mi ha messo sin da subito a mio agio, prendendo immediatamente in mano la mia situazione proattivamente e con positività, tenendo contemporaneamente presente tutte le patologie pregresse, come l’endometriosi di cui ho sofferto anni fa.
Conoscerla mi ha riconfermato immediatamente la nomea di professionalità e correttezza che mi era stata ventilata.
Una volta eseguite diverse analisi specifiche, onde intervenire in maniera personalizzata, sono partita a dicembre con un percorso di cure che mi ha già regalato una qualità di vita più che accettabile…
… e visto che 50enni.blog viene seguito per l’85% da donne ultra 45 enni, perché non intervistarla?
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Ho sentito spesso parlare di Pre-Peri-Postmenopausa. Cosa stanno ad indicare in termini temporali e cosa succede al nostro apparato riproduttivo ed endocrino? Perché si parla di crollo ormonale?
Tali definizioni stanno ad indicare un periodo di tempo molto lungo, fino a 7 anni, che ruota attorno alla data dell’ultima mestruazione, epoca nella quale inizia ufficialmente la postmenopausa.
La perimenopausa è invece un periodo di tempo molto variabile da donna a donna in genere di circa 3 anni che ruota attorno all’ultima mestruazione nel quale oltre alle irregolarità mestruali la donna può sperimentare vari sintomi, oltre alle ben note famigerate vampate di calore, come per esempio insonnia, irritabilità, depressione, ansia, calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, dolori osteoarticari, ecc.
La premenopausa è il periodo che precede questa fase ed è caratterizzata da lievi alterazioni del ciclo (ritardo, anticipo, variazioni della quantità e della durata della mestruazione) che si accompagnano alla perdita della fertilità.
Questo è’ un periodo meno conosciuto, ma importante nel quale gli ormoni prodotti dall’ovaio dimostrano piccole variazioni capaci di innescare tutti quei meccanismi metabolici che interferiranno con la salute in postmenopausa come per esempio l’aumento di peso e dei fattori di rischio cardiovascolare (rialzo del colesterolo cattivo, della glicemia, della pressione arteriosa, ecc).
È questo il momento per prepararsi ad affrontare una menopausa in salute!
Non tutte le donne entrano in menopausa alla stessa età. Quali sono le prime avvisaglie e a chi bisogna rivolgersi?
Circa il 5% delle donne entra in menopausa prima dei 45 anni, in un paese come il nostro dove la stragrande maggioranza delle donne entra tra i 47 e i 53 anni. Alle prime irregolarità mestruali bisogna rivolgersi al ginecologo, meglio se con competenze endocrinologiche, per fare un check-up a tutto tondo, non solo dell’apparato riproduttivo, ma dello stato di salute generale con attenzione alla prevenzione cardio-metabolica, oncologica e del rischio di osteoporosi.
Quali sono i disturbi che possono presentarsi, quali primi accorgimenti si possono prendere e quali sono i fattori che possono amplificare tali disturbi?
Certamente le vampate di calore con circa l’80 % delle donne che ne soffre, ma anche secchezza vaginale, dolori osteoarticolari, insonnia e calo del desiderio. Lo stress familiare e lavorativo, così come lo stile di vita sedentario e il sovrappeso possono amplificare i sintomi della menopausa. Prima strategia di controllo dei sintomi è un cambio delle proprie abitudini: un’alimentazione più’ sobria ricca di verdure, carni bianche, pesce e legumi, con meno grassi e zuccheri semplici.
Parola d’ordine è poi il movimento: non servono cose complicate, ma basta una camminata a passo svelto per 30-40 minuti, almeno 3 volte a settimana.
Addio alle cattive abitudini come fumo ed eccesso di alcool (un bicchiere di vino, meglio se rosso, al pasto va bene, ma non bisogna esagerare…), sostanze naturali con proprietà adattogene come la salvia e la dioscorea esercitano azioni simil ormonali, così come i fitoestrogeni (soia, trifoglio rosso, resveratrolo, ecc), semi di lino, cimicifuga racemosa, polline ecc. da soli o in associazione a vitamine (importante la D per la salute delle ossa e dell’intero organismo) sali minerali (magnesio innanzitutto) e la melatonina (per favorire il sonno).
Esistono attualmente diversi percorsi terapeutici, la cosiddetta TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva), ma so che non sono validi per tutte. Quale è lo screening necessario ad individuare la cura più indicata, in genere?
E’ molto importante fare una anamnesi accurata familiare e personale per identificare i fattori di rischio per diabete, infarto, ictus, malattie degenerative (Alzheimer, Parkinson) e psichiatriche (depressione), osteoporosi, ecc. Altrettanto importante è identificare i sintomi perché la loro presenza non è soltanto un indicatore di scarsa qualità della vita, ma un segnale biologico per dire che quella donna è più sensibile alla carenza ormonale e dunque ha maggior rischio di sviluppare patologie future che dipendono dalla perdita di protezione degli estrogeni, come il rischio di osteoporosi e di malattie cardio-cerebrovascolari. La terapia ormonale va personalizzata da donna a donna tenendo conto dei fattori di rischio individuali.
Una donna con familiarità per tumore della mammella deve fare un po’ più di attenzione nell’assumere ormoni per lungo periodo, ma non è esclusa dalle terapie che sono sempre più a basso dosaggio e mirate a risolvere i problemi in modo selettivo, massimizzando i benefici e riducendo i rischi al minimo.
Tanto si dibatte sui rischi che comporta la TOS. Quanto c’è di vero oggi?
Le polemiche sulla TOS sarebbe ora di metterle da parte perché tutti gli studi hanno dimostrato che la TOS iniziata all’età giusta, prima dei 60 anni, in donne che presentano sintomi moderati-severi e proseguita per 5 anni, ha un effetto benefico a tutti i livelli.
Proseguirla nel tempo con dosi e tipo di molecole appropriate al singolo caso è una scelta medico-donna che deve tenere conto di un rischio sulla mammella minimo, ma significativo. Questo rischio non va sottovalutato ma va messo nella giusta prospettiva rispetto ai benefici, ricordando che anche donne che non hanno mai assunto ormoni possono sviluppare tumori della mammella ormono-dipendenti e che nella malaugurata ipotesi che la donna sviluppi un tumore ormone dipendente questo è molto più’ guaribile rispetto ad uno che non è sotto il controllo ormonale e dunque più aggressivo e meno responsivo ai farmaci chemioterapici.
Quali esami di controllo consiglia a tutte le donne della nostra età?
Pochi esami mirati alla prevenzione. Pap-test e mammografia seguendo le campagne di screening, così come sangue occulto nelle feci per prevenire il tumore del colon, molto frequente e meno noto rispetto al tumore del collo dell’utero e della mammella. L’ecografia pelvica transvaginale può anche essere utile per lo studio del corpo dell’utero e delle ovaie.
Importante misurare regolarmente la pressione arteriosa e fare almeno una MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), soprattutto in presenza di familiarità.
Utile anche uno screening della funzionalità tiroidea, la misurazione dei livelli di vitamina D, così come della glicemia, del colesterolo totale, del colesterolo buono (HDL) e dei trigliceridi per calcolare il colesterolo cattivo (LDL).
Anche dosaggio ormonale di FSH ed estradiolo può servire per una diagnosi definitiva di menopausa, anche se la storia mestruale può essere sufficiente.
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Drssa Nappi la ringrazio della sua graditissima e rara disponibilità!