Una vita lunghissima dedicata alla pittura. Amante della natura e dei suoi colori (“nessuno guarda davvero un fiore perché è così piccolo…..allora mi sono detta: dipingo un fiore così grande che anche i frettolosi abitanti di New York lo noteranno”) è riuscita a coglierne l’essenza in un modo inusuale, quasi fotografico.
Per anni i suoi fiori e le carcasse ritratte nel New Mexico, suo buen ritiro definitivo dal 1949, sono stati interpretati in modo freudiano (“chi legge simboli erotici nei miei quadri in realtà parla degli affari suoi”).
L’abbiamo scelta prima di tutto in quanto amiamo ogni forma d’arte, e la sua arte ci piace, ci piace la sua risolutezza, frutto di una vita per niente facile, ci piace perché donna.
Ai nostri occhi una donna che ha precorso i tempi, che ha saputo cadere e risollevarsi, ha saputo staccarsi dal suo mentore/marito/fotografo/gallerista/fedifrago e trovare la sua indipendenza, contando unicamente sulle sue forze.
Nonostante la maculopatia ha dipinto praticamente sino alla sua “prematura” morte, a novantotto anni suonati. Negli Stati Uniti è diventata un mito, la madre del modernismo americano. Ed è diventata anche il nostro.
Una delle pochissime pittrici di successo della storia, oltre a Tamara de Lempika e Frieda Kahlo. Che donna!