Run For Women: quando una passione, la corsa, diventa il mezzo per “urlare” al mondo che NO, la violenza sulle e contro le donne va immediatamente contrastata, con ogni mezzo!
Lei è una vivace “ragazzina” datata 1975 che ha fatto dello sport un appassionante lavoro.
Katia Figini, personal trainer certificato ISSA, istruttrice di pilates, cofondatrice con l’atleta Checco Galanzino dell’associazione sportiva Azalai che organizza splendide corse trail sul territorio e non solo: se vi viene voglia di partecipare a competizioni nei deserti around the world rivolgetevi a lei. E’ la refernte italiana di molte di queste gare 😉 E’ lei che, ad un certo punto della sua vita, si è mobilitata in nome del rispetto e del diritto alla vita di noi donne.
La incontro e le rivolgo qualche domanda.
-Come ti è venuto in mente di coniugare la tua passione sportiva con un messaggio sociale forte come questo “NO VIOLENZA SULLE DONNE?”
—Qualunque cosa si faccia con passione ha una marcia in più. Questo è sicuro: la “cosa” in questione si fa meglio perchè è “sentita dalla pancia “, come piace dire a me. Ho voluto così unire la mia più grande passione a un tema a me caro. Tornata da una gara nel Mali ho deciso di approfondire l’argomento “violenza sulla donna” e mi sono usciti dati pazzeschi. Il secondo motivo di morte al mondo, il fatto che circa il 35% di donne ha, in un certo modo, subito un certo tipo di violenza, il fatto che questo avviene ovunque e in qualsiasi paese… A proposito, consentitemi un tocco di ironia su questo ultimo punto: qui non c’è proprio razzismo, la violenza non ha barriere purtroppo…
Insomma, dopo queste ricerche, ho deciso che nel mio piccolo potevo dire la mia. Ecco il motivo per cui ho deciso di correre e sfidare questo brutto male che spesso non si vede, ma c’è! Un cancro sociale che sta divorando il nostro essere donne…
-L’amore per i deserti e le conseguenti corse: cosa lo ha scatenato?
—Ho sempre avuto la curiosità di trovarmi in un deserto. A 14 anni sognavo di andarci, di poter correre giù da una di quelle mastodontiche dune di sabbia che si vedevano nei film. Desideravo anche sentire quel “silenzio” che solo lì si può sentire, vedere le stelle di notte e provare quel caldo di cui tutti parlano, toccare quella sabbia. Ma la cosa che sognavo di più era quella di “tornare al mio posto di umanoide” e sentirmi piccola. Perchè è questo che si deve fare quando si va lì: rispettare il mondo che ci circonda e capire che non siamo noi i padroni di tanta immensità.
-Quali paesi del globo hai toccato?
—Con il progetto RUN FOR WOMEN si volevano attraversare tutti i continenti: una gara per ognuno proprio perchè si tratta di un problema globale. Ho così corso nel deserto del Sahara (Egitto) per l’Africa, del deserto di Atacama (Cile) per il sud America. Nel deserto del Wahiba (Oman) per l’Asia. Nelle Blue Mountains (Australia) per l’Oceania e sulle Roky Mountains (Colorado) per il nord America.
Dopo il progetto ha avuto un seguito, mi piace pensare che ogni volta che taglio un traguardo aggiungo un tassello al mio messaggio; così ci ho preso gusto ed ho corso anche in Vietnam, Namibia, Bolivia, Tunisia…
-Quanti km presumi di aver corso fino ad ora…se puoi quantificarli, più o meno?
—Una volta ho provato a fare due conti sui km percorsi sia in gara che in allenamento. Più o meno sono circa 48/50.000… Corro da circa 15 anni. Beh sì dai, un po’ di passi li ho fatti!
-Quali accorgimenti, nel quotidiano, adotti per conservare il tuo fisico efficiente? (alimentazione, integrazione, altro…)?
—Per quanto riguarda l’alimentazione mi segue una bravissima nutrizionista, Elisabetta Orsi, circa l’integrazione solo prodotti naturali. In ogni caso seguo la legge del ” meno ingredienti ci sono in un prodotto e meglio è”. Ora che l’età avanza i recuperi sono più lenti e anche questo va rispettato, perciò diminuisco gli allenamenti e integro con prodotti naturali ( es. uso molto la curcuma e lo zenzero).
-Non sei ancora un’overanta ma…invecchiare ti spaventa?
—Dopo i 40 anni iniziano i grandi cambiamenti (sto giusto preparando una tesi di laurea in merito alla fisiologia del recupero post 40 anni) ma questo non può e non deve spaventare.
Il tempo passa e questo va accettato, la cosa principale è pentirsi di non averlo sfruttato al meglio. Sono consapevole che i miei tempi di gara rallenteranno ( e già in parte è così) ma tanto cosa ci posso fare? Nulla. Allora guardo il lato positivo e sono felice di tutto ciò che ho vissuto e che vivrò.
Rallenterò di certo e probabilmente il podio sarà sempre più lontano, pazienza, che ci devo fare? Questo però non mi impedirà di continuare a correre, viaggiare e allenare le persone.
-Che sport consigli a noi overanta per invecchiare al meglio?
—La corsa è uno sport bellissimo però è molto traumatico. E’ molto difficile in poche parole dare una risposta coerente perchè bisognerebbe analizzare caso per caso. Ogni persona ha avuto esperienze sportive (e di vita) diverse. Per dare buoni consigli bisognerebbe tener conto di questi dati. In ogni caso, dicevo, la corsa è magnifica ma molto traumatica, non dico di non farla ma il mio consiglio è quello di non superare 2/3 sessioni alla settimana e di integrare con altri sport come, ad esempio, il nuoto che lavora a livello cardiocircolatorio ma scaricando articolazioni e colonna vertebrale, ciclismo e un po’ di sana palestra con pesi.
Sembra strano ma anche quest’ultima attività, se fatta nel modo corretto, aiuta tantissimo, soprattutto per combattere l’osteoporosi. Provare per credere!
Ecco inoltre 5″ regoline” che mi piace ricordare e che condivido con voi.
- NON pensare mai di non valere più nulla solo perchè è comparsa qualche rughetta ( e chissenefrega, tanto chi ci ama lo fa a prescindere )
- Mettersi sempre in gioco con l’esperienza di un overanta ma con l’entusiasmo di un adolescente
- Evitare il divano e utilizzarlo solo quando è strettamente necessario, cioè come premio post allenamento
- Aiutare le altre donne che non credono in loro stesse
- Mordere la vita come se il domani fosse l’ultimo giorno