La novità degli ultimi anni sulle tavole degli italiani sono alimenti ed ingredienti dal nome esotico, spesso ricchi di proprietà benefiche per la nostra salute
Sugli scaffali dei Paesi Occidentali hanno fatto la loro comparsa, dopo il 1997, diversi prodotti alimentari mai usati in maniera significativa prima, di originale naturale, capaci di produrre un effetto positivo nel nostro organismo ed accontentare salutisti, vegani e vegetariani.
Complice la globalizzazione ed un livello di benessere diffuso, la società moderna è la più sensibile da sempre a mode e tendenze ed il cibo non viene risparmiato. Dunque una controtendenza alla cucina mediterranea.
Ma quante di noi conoscono realmente questi nuovi alimenti?
Ho pensato di redigere un piccolo glossario dei nuovi alimenti e, con l’occasione, ho imparato anch’io qualcosa di nuovo!
TEMPEH (*)
Il Tempeh è un cibo molto diffuso in Indonesia, derivante dalla fermentazione dei fagioli di soia gialla, attivata da un microrganismo, il fungo Rhizopus Oligosporus, e dall’aceto. E’ un alimento altamente proteico, noto anche come “carne vegetale”, ottimo come ragù, ma anche come polpette, marinato, grigliata o miscelato a frutta secca e servito al posto del formaggio.
EDAMAME (*)
Gli Edamame sono i fagioli ancora acerbi della soia, piatto tradizionale giapponese. Vengono venduti in genere nel bacello, ma basta una leggera pressione sullo stesso per farli uscire. Si gustano come snack, come antipasto o come contorno proteico, facendoli semplicemente bollire in acqua salata. Ottimi con peperoncino, con aglio e zenzero o nelle Poke Salad. Si trovano anche nel reparto surgelati dei supermercati.
KONJAC
Il Konjak è una pianta giapponese utilizzata nella cucina orientale sin dall’antichità. Del Konjak si utilizza la radice, con cui si realizzano diverse preparazioni, tra le quali le più conosciute sono gli Shirataki, degli spaghetti vegetali bianchi, e la gelatina aromatizzata. Gli alimenti derivati dalla Konjac, a fronte di un basso contenuto calorico, danno senso di sazietà ed è per questo che sono “amici” di chi è a dieta.
SEITAN
È un alimento di origine giapponese altamente proteico, ottenuto dal glutine del grano o di altri cereali. Risulta essere un’ottima alternativa alle proteine di origine animale. L’ho assaggiato addirittura come ragù nelle lasagne al forno e, francamente, non mi sono accorta di differenze di gusto rispetto a quelle tradizionali. Gustoso ed appetibili anche cucinato come spezzatino, come arrosto o sotto forma di polpette.
TOFU (*)
Il Tofu, famoso da tempo, è il formaggio ottenuto dalla cagliatura dei semi di soia sminuzzati o frullati. Si consuma a dadini in zuppe, in insalate oppure cotto, ottimo alla piastra. Ricorda i formaggi stagionati. E’ facilmente digeribile ed è una buona alternativa ai latticini per chi è intollerante al lattosio.
AMARANTO
L’Amaranto è un’antichissima pianta dell’America Centrale, conosciuta e coltivata già in età precolombiana, naturalmente priva di glutine. Ricca di proteine vegetali, è consigliata alle persone anziane ed ai convalescenti per la presenza di magnesio, fosforo, vitamina C, vitamina A e vitamine del gruppo B. Sono commestibili anche le sue foglie, ricche di ferro e di un aminoacido, la lisina.
Sotto forma di farina l’Amaranto può essere un valido sostituto alla farina 00.
QUINOA
La Quinoa è una pianta originaria delle Ande Sudamericane, parente degli spinaci, dunque non è un cereale come molti credono, ma un alimento ipocalorico privo di glutine ricco di proteine vegetali e di fibre, utile a preservare la salute di cuore e muscoli. La Quinoa contiene due aminoacidi essenziali molto importanti, la lisina e la metionina (che favorisce il metabolismo dell’insulina). Contiene inoltre diversi minerali quali il Magnesio, e vitamina C e E. La Quinoa è inoltre un alimento altamente energizzante (100 gr equivalgono a KCal 350), dunque ottimo in convalescenza, per gli sportivi ed i bimbi.
In cucina può essere impiegata decorticata in minestre, risotti e insalate, anche al posto del cous cous, mentre come farina nella preparazione di dolci, pane e pasta. Può essere sia bianca che nera.
Una curiosità: la Quinoa e l’Amaranto vengono consumati in navigazione dagli astronauti.
BULGUR
Il Bulgur è un alimento di origine mediorientale che si ricava dalla lavorazione del frumento integrale germogliato. Viene cotto al vapore, essicato e poi frammentato. Diversi sono i suoi usi in cucina: come cous cous, nelle zuppe, nelle insalate, come polpette, ottimo in abbinamento a verdure al sugo, tipo ratatouille. E’ ricco soprattutto di potassio, sali minerali, vitamina E a fronte di poche calorie. Utile in caso di dieta grazie al senso di sazietà che regala. Come la Quinoa può essere sia chiaro che scuro.
BACCHE DI GOJI
Queste bacche tibetane dall’intenso colore rosso sono definite da tempo il frutto della longevità, grazie al ricco contenuto di antiossidanti e di polisaccaridi, utili al potenziamento delle difese immunitarie.
Contengono inoltre vitamina A, B (ottima per il benessere di pelle, capelli e unghie) e C, oltre a 18 aminoacidi essenziali. Le bacche di Goji favoriscono la riduzione di coleresterolo e zucchero nel sangue, ottime per colazione nello yogurt per un effetto tonico e vivacizzante. Recentemente si è scoperto che le bacche di Goji sono un ottimo rimedio contro le vampate e la secchezza vaginale in menopausa.
Inoltre le bacche di Goji regalano sazietà, dunque sono indicate come spuntino durante i regimi alimentari controllati. Si trovano in commercio sia fresche che essiccate, anche in succhi, tisane e marmellate.
BACCHE DI ACAI
Le bacche di Arcai sono i frutti di una palma diffusa in Amazzonia. Queste bacche assomigliano ai mirtilli neri e come loro vantano proprietà antiossidanti.
Sono energetiche, vitaminiche e soprattutto contengono steroli vegetali che ci aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo.
Le bacche di Acai si possono consumare fresche in aggiunta a yogurt o macedonie di frutta, si può utilizzare la loro polpa per fare frullati o negli estratti mentre la polvere di bacche di Acai viene impiegata nella preparazione di budini.
Questi sono solo alcuni degli alimenti, diciamo “nuovi” rispetto alla nostra tradizione, sempre più spesso sulle nostre tavole, nei ristoranti etnici (purtroppo oramai quando riapriranno…), nei reparti Bio dei supermercati e nei negozi specializzati.
Bon Appetit!
(*) ALIMENTI DERIVATI DALLA SOIA
Gli alimenti derivanti dalla soia sono oggetto di uno dei dibattiti più accesi degli ultimi tempi sul loro consumo in climaterio: da una parte diverse case farmaceutiche hanno inserito la soia negli integratori contro i disturbi più comuni della menopausa (qui trovate alcuni consigli su prodotti da banco); dall’altro si valutano i rischi collaterali dell’assunzione dei fitoestrogeni, anche di origine vegetale quale la soia.
I paesi asiatici fanno infatti da lungo tempo largo consumo di soia e derivati (paesi dove tra l’altro questo cereale trova la sua origine) e la popolazione femminile locale risulta, secondo studi epidemiologici specifici, meno soggetta rispetto a quella occidentale dei disturbi comuni della menopausa quali vampate, irritabilità ed insonnia, con rilevanti minori incidenze di osteoporosi e colesterolo nel sangue. Ma è un dato di fatto che le popolazioni orientali consumano soia e derivati (come nella salsa di soia) sin dall’infanzia, dunque i benefici possono essere dovuti ad un uso abituale sul lungo periodo.
Nel contempo la Fondazione Umberto Veronesi ha bocciato l’assunzione terapeutica degli isoflavoni di soia, avendo rilevato recenti test americani a campione solo un effetto placebo e, nel caso di tumore al seno, gli oncologi oramai sconsigliano il consumo di alimenti che contengono questo genere di principi, in quanto potrebbero stimolare la crescita delle cellule cancerose.
La Drssa Rossella Nappi (Ginecologa Endocrinologa di fama internazionale – Primario del Centro Studi per la Menopausa dell’Ospedale San Matteo di Pavia, da me qui intervistata), conclude dunque che a lungo termine la soia non è una soluzione ai problemi delle donne in menopausa, e di lei mi fido ciecamente!