DOPO I 50 ANNI PUÒ CAPITARE DI SOFFRIRE DI DOLORI MUSCOLARI O ARTICOLARI. QUI OGGI LA GUIDA COMPLETA A TUTTE LE PATOLOGIE
A cura di Federica Beltrami, fisioterapista presso SPORTING MEDICAL CENTER di Basiglio.
Si soffre sempre di più di dolori articolari e muscolari: oltre la metà della popolazione italiana sopra i 50 anni ne soffre, un dato allarmante.
Questo dolore invalidante ha cause molto comuni, sia di natura degenerativa (come l’artrosi), sia di natura infiammatoria (per esempio le varie forme di artrite).
I DOLORI MUSCOLARI E ARTICOLARI IN MENOPAUSA
Tali sintomi sono molto frequenti nelle donne in menopausa e colpiscono principalmente spalle, schiena, fianchi, ginocchia, polsi, mani e dita.
Difatti il 50% delle donne in menopausa lamenta dolori muscolari e scheletrici, artralgia (dolore articolare) e artrite (infiammazione), anche se l’incidenza è maggiore tra i 45 e i 55 anni, quindi in pre-menopausa.
Questi dolori articolari possono essere campanello di allarme di un inizio di artrite, artrosi, osteoartrite, fibromialgia, oppure di altre problematiche articolari e muscolari di natura infiammatoria.
Tali manifestazioni sono state associate ad alterazioni della percezione del dolore e modifiche strutturali di muscoli e articolazioni, ovvero:
- Sarcopenia o perdita di massa muscolare
- Alterazioni dei tessuti molli di tendini e legamenti
- Diminuzioni del volume delle cartilagini
- Diminuzione della massa e della densità delle ossa frequente in menopausa
Il dolore articolare è spesso associato ad un aumento dell’infiammazione a livello articolare e muscolare che rende difficoltoso il movimento.
LA SARCOPENIA – COS’È
La sarcopenia è il progressivo declino della massa e della forza muscolare dovuto all’invecchiamento del corpo umano, processo inevitabile ma lento sino ai 60 anni, la sarcopenia ha inizio attorno ai 40-50 anni.
Determinando atrofia muscolare e compromettendo la qualità del tessuto muscolare, la sarcopenia è responsabile di sintomi quali: costante senso di debolezza, perdita di resistenza, scarso equilibrio, andatura rallentata e difficoltà a svolgere le più normali attività quotidiane, come ad esesempio salire le scale.
La sarcopenia determina:
- Atrofia muscolare, ovvero la riduzione del volume dei muscoli e del numero totale delle fibre muscolari
- Peggioramento della qualità del tessuto muscolare, ovvero la sostituzione del tessuto muscolare con tessuto adiposo
- Aumento della percentuale complessiva di tessuto fibroso
- Cambiamenti nel metabolismo della cellula muscolare
- Aumento della fragilità dei muscoli
- Degenerazione della giunzione neuromuscolare e maggiore stress ossidativo a carico della cellula muscolare.
Tutti questi cambiamenti si manifestano con:
- Costante senso di debolezza
- Perdita di resistenza
- Scarso equilibrio e tendenza alle cadute
- Andatura rallentata
- Agilità ridotta
LA SARCOPENIA – COME RIDURLA
La sarcopenia non è una condizione curabile, ma controllabile e migliorabile mediante esercizio fisico costante ed alimentazione appropriata.
Difatti, da numerosi studi scientifici, è emerso che abbia un impatto maggiore nei soggetti sedentari e in chi segue un regime alimentare poco bilanciato ed incompleto per la salute dei nostri muscoli.
Eseguire, almeno due volte alla settimana, esercizi volti all’aumento della forza muscolare e a migliorarne la resistenza, può significativamente rallentare questo processo di invecchiamento.
Tali esercizi devono coinvolgere tutti i più importanti distretti muscolari, quindi gambe, braccia, petto, spalle, schiena ed addome.
In caso di dolore, meglio rivolgersi prima di iniziare al proprio medico e ad un fisioterapista che ci guidi nella riabilitazione, previo visita fisiatrica o ortopedica.
Alla base della dieta ideale per contrastare la sarcopenia c’è il consumo di:
- Cibi ricchi di proteine come il pesce (trota o salmone), i crostacei, le noci, le lenticchie, la quinoa, il tofu, le parti magre del pollame e del manzo;
- Dalle 3 alle 5 porzioni di frutta e verdura al giorno;
- Cibi a basso contenuto di sodio, grassi e zuccheri.
Una guida completa al contenimento della sarcopenia si può avere dal fisiatra o dall’ortopedico.
I TESSUTI MOLLI – TENDINITI
I tessuti molli comprendono tendini, legamenti e muscoli.
Essendo i muscoli formati da fibre allungate, possono accorciarsi, per contrazione, e allungarsi, grazie alla loro elasticità, mentre il tendine, una fascia di tessuto fibroso denso e resistente, è la parte terminale del muscolo che funge da unione tra muscolo e osso, trasmettendogli la forza necessaria a produrre il movimento.
Questi ultimi sono strutture dense di nervi, ecco perché così sensibili ai cambiamenti dovuti a cambi di pressione o di direzione.
Il disturbo dei tendini più frequente è la tendinite (infiammazione dei tendini). La causa più frequente è un trauma meccanico ripetuto nel tempo, oppure movimenti bruschi ed involontari (distorsione).
I sintomi della tendinite sono: dolore, gonfiore, edema, arrossamento e bruciore.
Un rimedio naturale per la tendinite è l’artiglio del diavolo, una pianta di origine africana con proprietà naturali antinfiammatorie ed analgesiche.
In caso di tendinite meglio consultarsi sempre anche con l’ortopedico e a seguire il fisioterapista.
I LEGAMENTI – DISTORSIONI
I legamenti hanno una struttura simile ai tendini, robuste strutture fibrose che collegano tra loro due ossa o due parti dello stesso osso. La loro funzione è quella di unire e stabilizzare i componenti che formano l’articolazione.
Nel corpo umano i legamenti sono disposti in modo tale da intervenire attivamente soltanto nei gradi estremi del movimento, quando l’integrità dell’articolazione è messa in serio pericolo.
I legamenti sono estremamente elastici e possono allungarsi ulteriormente grazie a specifici esercizi di stretching.
Le lesioni, quali la distorsione del legamento, avvengono quando le forze applicate ai legamenti superano la loro massima resistenza.
La distorsione è un allungamento e/o una lacerazione di un legamento.
Le parti del corpo più sensibili alle distorsioni sono le caviglie, le ginocchia e i polsi.
Per le distorsioni bisogna rivolgersi a ortopedico e in seguito al fisioterapista.
LA CONTUSIONE
La contusione è il risultato di un trauma diretto, come un urto, che tuttavia non compromette l’integrità dei tessuti coinvolti.
In genere si palesa sulla parte contusa un livido, generato dalla rottura dei vasi sanguigni. Il dolore può a volte limitare la nostra capacità di movimento.
In caso di lesione acuta, si applica in genere il protocollo R.I.C.E, acronimo inglese traducibile in: riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione.
Le contusioni moderate richiedono spesso un periodo di immobilizzazione, mentre i casi più gravi possono richiedere un intervento chirurgico per correggere la lesione.
In caso di contusione grave bisogna rivolgersi a fisioterapista (per decidere assieme l’entità della lesione).
LO STIRAMENTO DI MUSCOLI E TENDINI
Lo stiramento è una lesione dei tessuti molli di media entità, dovuta generalmente ad uno sforzo o ad un loro eccessivo allungamento e può interessare uno o più muscoli scheletrici o parte di essi.
Gli stiramenti vanno dal semplice allungamento alla rottura parziale o completa del complesso di muscoli e tendini.
Spasmi muscolari, crampi, debolezza muscolare, stato infiammatorio, i sintomi di uno stiramento posso essere diversi. È più grave di una contrattura (in quanto presenta anche un versamento ematico) e meno severo di uno strappo (a differenza di quest’ultimo non presenta interruzione di continuità del muscolo).
Lo stiramento è piuttosto frequente in ambito sportivo ed è causato dall’eccessivo allungamento subito dalle fibre muscolari.
Il trattamento dello stiramento è il medesimo della distorsione: riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione (R.I.C.E.).
È possibile ridurre le probabilità di stiramento adottando una serie di accorgimenti utili:
- Riscaldare bene i muscoli prima della sessione sportiva
- Praticare attività idonee alla propria condizione
- Non avere patologie muscolo-articolari pregresse
In caso di stiramento bisogna rivolgersi al fisioterapista
RIDUZIONE DEL VOLUME DELLE CARTILAGINI
La diminuzione del volume delle cartilagini consiste nell’assottigliamento del rivestimento delle estremità delle ossa articolari a protezione dall’attrito.
La funzione delle cartilagini è simile a quella di un cuscinetto ammortizzatore, che con la sua azione salvaguardia i normali rapporti alle articolazioni e permette il movimento.
La cartilagine è costituita prevalentemente da una parte fluida (che le dona la capacità di assorbire i traumi) e da una parte solida (che ne aumenta la resistenza), in modo da garantire un cinematismo senza attrito e proteggere le superfici delle articolazioni dall’usura.
Il tessuto cartilagineo non è vascolarizzato in quanto privo di capillari sanguigni. Circondato da uno strato connettivo denso e ricco di vasi sanguigni, si rigenera purtroppo a fatica.
Normalmente le lesioni cartilaginee vengono classificate in due categorie distinte:
- Primarie o post-traumatiche: insorgono in seguito ad incidenti di natura meccanica (fratture, distorsioni, fratture da stress) o sono legate a fattori genetici
- Secondarie o degenerative: insorgono in seguito a continue sollecitazioni o a problemi di natura metabolica o immunitaria (ad esempio in seguito a deficit del sistema immunitario come avviene per l’artrite reumatoide) .
Indipendentemente da quale sia la sua natura, una lesione della cartilagine articolare segna l’inizio dell’artrosi.
Per questo tipo di lesione bisogna rivolgersi all’ortopedico o al fisiatra.
L’ARTRITE
L‘artritre è una malattia infiammatoria degenerativa che colpisce le articolazioni. Si manifesta con infiammazione, dolore e rigidità nei movimenti, fino a deformare, nei casi più gravi, le articolazioni colpite.
Esistono vari tipi di artrite che insorgono per motivi differenti.
Ad esempio, eccessive sollecitazioni a cui è sottoposto il ginocchio durante l’attività sportiva possono portare alla condropatia rotulea.
Anche gli squilibri muscolari e articolari contribuiscono alla prematura insorgenza o all’aggravarsi della patologia, come pure un trauma acuto, come una caduta, può contribuire alla sua insorgenza.
Il potenziamento muscolare gioca un ruolo di prim’ordine nella lotta contro l’artrite.
Per questo tipo di patologia bisogna rivolgersi al fisiatra.
L’OSTEOPOROSI
La diminuzione della massa e della densità delle ossa in menopausa è detta l’osteoporosi.
Un’alta percentuale di donne corre il rischio di sviluppare l’osteoporosi post-menopausale. Per prevenire questo problema, si consiglia di seguire una dieta che includa integratori di calcio e esercizio fisico all’aria aperta costante.
In caso di osteopenia (primo grado di osteoporosi) o osteoporosi la vostra ginecologa o il vostro fisiatra vi prescriveranno la Vitamina D, nel dosaggio più adatto al vostro fabbisogno.
Gli studi più recenti confermano l’efficacia della Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) nella prevenzione dell’osteoporosi in menopausa.
Si consiglia dopo i 50 anni di effettuare annualmente la densitometria ossea (MOC o BMD) al fine di valutare la densità delle nostre ossa.
A tale proposito rimando ad un articolo dedicato all’argomento. LINK
Questo tipo di patologia va segnalata alla vostra ginecologa e al fisiatra.
Ringrazio infinitamente la mia fisioterapista di fiducia, oramai da tanti anni, Federica Beltrami per questi contenuti più che esaustivi.
Presto verrà approfondita una patologia che ci tocca tutte bene o male, l’artrosi cervicale. Chi non ne ha mai sofferto?
Molto probabilmente tutte voi, dall’altra parte dello schermo, sarete spaventate e intristite dai contenuti pubblicati oggi.
Ma la prevenzione è fattore fondamentale al fine del miglioramento della qualità della propria vita.
Fattori ereditari, ambientali, come pure abitudini sbagliate, possono inficiare sfavorevolmente sullo stato della nostra salute.
Dunque importante agire subito alle prime avvisaglie e mantenere le buone abitudine, mettendo da parte una volta per tutte quelle sbagliate.
Scrivetemi pure se avete bisogno di ulteriori chiarimenti. Io ci sono sempre: lacri@50enni.blog, anche sui social!
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