…Lettere e Testamento. Noi cinquantenni abbiamo passato le ore a schiena piegata con l’amica che ci “scriveva” sulla schiena: divertimento da cortile semplice ma vero!
E poi le gare con le biglie, l’elastico, il salto alla corda, la partita di pallone fra le auto, l’aquilone fatto in casa, le bolle di sapone, il Mondo disegnato con i gessetti.
Le ore passate al sole per vendere bijoux fatti in casa ed vecchi Topolino.
E a marzo, a forza di stare all’aria aperta, avevamo già le guance arrossate.
Momento nostalgia inevitabile: che ne è stato di quella semplicità, delle risate, degli scherzi, del dialogo?
Legami indissolubili per anni con i nostri compagni di cortile, la merenda in latteria e le stringhe di liquerizia. L’acqua dalla fontanella, le capriole sull’erba, la bici scassata. Il massimo del lusso era la pista di pattinaggio dietro casa o il campo di calcio improvvisato sul pratone.
Teneri ricordi indelebili che ci accompagneranno per tutta la vita.
E non c’è Xbox, Nintendo o Playstation che possa fare provare ai figli dei paesi civilizzati le sensazioni che abbiamo provato, che ci hanno reso bimbi felici.
Ed il cellulare sin dalle elementari perchè ci sono le App divertenti che possono intrattenere il figlio quando noi abbiamo altro da fare, vogliamo parlarne?
Vivere in città non aiuta, a Milano gli spazi verdi scarseggiano, la mole di compiti scolastici segrega i nostri figli per ore in casa, impigrendoli, alienandoli, intristendoli.
Ci lamentiamo della qualità della nostra vita, ma i nostri ragazzi, il nostro futuro, sono vittime ignare di consuetudini dure da sradicare. Vengono bombardati dai social e dai media sin dall’infanzia. Il consumismo li opprime e ci dissangua.
Ed io mi chiedo se si possa far tornare indietro il tempo, anche solo per un giorno, per mostrare loro quanto si possa essere felice con poco…
…oppure visitare con loro una favela, dove una bolla di sapone può fare miracoli.