DA SEMPRE UN CAPO IN CASHMERE È SINONIMO DI RAFFINATEZZA, SOPRATTUTTO PER NOI ITALIANI, SENSIBILI AL BELLO. E SE QUESTO BELLO CI PUÒ ACCOMPAGNARE A LUNGO?
Ho ripescato una massima di Coco Chanel decisamente in tema con l’argomento del giorno:
“Nessun uomo ti farà sentire protetta ed al sicuro come un cappotto in cachemire ed un paio di occhiali neri”
… e si sa che “M.me Coco” ci azzeccava sempre.
Ma perché un capo in cashmere è unico?
IL CASHMERE COS’È?
Il filato in cashmere è originario della regione indiana del Kashmir, dove le capre tibetane Hircus sopravvivono ad elevati sbalzi di temperatura, grazie al soffice vello sotto al loro mantello (detto anche “duvet”), ottimo termoregolatore.
Oggi in questa regione la produzione non è più degna di nota e non di certo ai livelli qualitativi di quella della Mongolia di cui parleremo più avanti.
Una fibra tessile naturale, morbida vellutata e setosa che fu importata in Occidente nel XIX secolo e sin da subito apprezzata.
Al giorno d’oggi potete trovare maglie in cashmere ovunque, anche a prezzi decisamente bassi, ma attenzione: quello che costa poco a volte vale poco, come a volte quello che costa tanto non sempre vale altrettanto…
Vi do dunque alcune indicazioni pratiche che possono consigliarvi nella scelta, grazie al coadiuvo di Chiara Allegranzi, specialista in cashmere e fondatrice dell’omonimo Brand, Chiara Allegranzi Milano
KASHMIR CACHEMIRE O CASHMERE?
In passato ci sono stati diversi modi di identificare questa lana pregiata. Attualmente i termini più ricorrenti sono Kashmir, Cachemire e Cashmere.
Il termine Kashmir identifica la regione a nord dell’India, dove in origine venivano allegate le caprette Hircus e da dove proveniva la lana. Un microclima molto simile a quello della Mongolia, da dove proviene attualmente il cashmere migliore.
Il termine francese Cachemire identifica in effetti da tempo in effetti il filato in questione, ma è stato soppiantato nell’uso comune dalla versione inglese, Cashmere.
LE PROPRIETÀ DEL CASHMERE
Il cashmere è una fibra naturale lunga e molto sottile, dieci volte più morbida e leggera della lana normale, ricavata dalle caprette Hircus.
Il suo filato è un ottimo termoregolatore e per questo motivo tiene caldo sia d’inverno che durante le sere d’estate.
La fibra di cashmere ha inoltre un’alta capacità traspirante, riassorbendo il sudore della pelle.
Curioso sapere che il cashmere non attira a sé né la polvere (e gli acari), né i campi elettromagnetici (non facendo elettrizzare i nostri capelli).
IL FILATO
Il vello raccolto dalle caprette Hircus viene trattato nella regione di origine per poi essere spedito alle aziende di filati in giro per il mondo.
Il cashmere migliore, di categoria A, proviene dalla Mongolia, dove vengono allevate 9 milioni di caprette.
Di qualità inferiore quello proveniente dall’Iran, dove vengono allevate 19 milioni di caprette.
La qualità più bassa si trova nel cashmere proveniente dalla Cina, dove pascolano 75 milioni di caprette di razza Hircus.
In Europa i filati migliori possono dirsi prodotti in Irlanda ed in Italia, dunque ottima cosa il potere prediligere noi italiani la produzione locale.
Lo sapete che per produrre una maglia in cashmere taglia M da donna servono 6500 ml di filato, che corrispondono al vello di 3 caprette Hircus?
COME RICONOSCERE UN BUON CASHMERE
Non facile, in genere ci vuole un occhio esperto.
Purtroppo ci possiamo accorgere a volte della bassa qualità del capo dopo averlo lavato un paio di volte, quando ha perso la propria morbidezza e si è magari deformato.
Di certo dobbiamo sempre leggere bene l’etichetta, per accertarci in primis che si tratti di un capo 100% cashmere.
Possiamo richiedere al negoziante il cartellino di garanzia del filato: i marchi più seri lo forniscono sempre, unitamente ad un campione di filo.
Sbagliato pensare che il fenomeno del “pilling” (i cosiddetti pallini) sia presente solo sul cashmere di bassa qualità: lo sfregamento porta alla superficie la peluria di cui il fibra in cashmere è ricca, facendola letteralmente “appallottolare”, anche sui filati di classe A.
Ovviamente se il pilling si presenta su tutto il capo significa che è stato confezionato con fibre corte di bassa qualità, come quelle cinesi.
Anche una maglia particolarmente morbida al momento dell’acquisto non è detto che sia stata confezionata con filati pregiati: può essere stata abbondantemente folata, onde fare arrivare in superficie la peluria, impoverendo il filato stesso.
Di certo una maglia in cashmere ben fatta non ha cuciture a vista, ma a rimaglio, una tecnica di giunzione dei pannelli che richiede in genere 2/3 ore di paziente lavoro manuale.
La cucitura a rimaglio è piatta, viene fatta con il medesimo filato e dello stesso bagno di colore, e, cosa non da poco, non irrita la pelle.
MANUTENZIONE
Un capo in cashmere è frutto di una lavorazione quasi sempre artigianale ed il filato pregiato necessita di particolare cura.
Va lavato a mano diluendo in 5 litri d’acqua un cucchiaio da caffè di detersivo, mai di più, si infeltrirebbe. Va poi steso in piano sopra ad un asciugamano e lontano da fonti di calore. Meglio non farlo lavare in lavanderia.
La maglia in cashmere non va mai indossata per due giorni consecutivi: va fatta riposare almeno un giorno.
Qualsiasi capo in cashmere va stirato sul rovescio.
Un buon capo in cashmere mantiene la propria morbidezza anche dopo tantissimi lavaggi e, se ben trattato, farci compagnia per parecchi anni.
CHIARA ALLEGRANZI MILANO ED I FILATI IN CASHMERE
Per la realizzazione di ogni nostro capo ci avvaliamo di filati delle migliori Filature Italiane, come Filati Biagioli Modesto, Cariaggi, Gruppo Tollegno, Loro Piana, Millefili, Tintoria di Quaregna.
Ogni volta valutiamo la qualità e la tipologia di filato più adeguata al capo che si intende realizzare e soprattutto si ricercano i giusti toni di colore.
Oltre alle colorazioni tradizionali eseguite con grande rigore e massimo controllo sulla qualità del prodotto, abbiamo inserito la scelta di filati con colorazioni estratte solamente da erbe e piante prodotti dalla Tintoria di Quaregna.
La loro ricerca ha sviluppato in chiave ecologica e moderna questi procedimenti forse anche un po’ dimenticati. Questi colori rappresentano realmente una vera arte della tintura naturale e sono ben diversi dai colori cosiddetti ecologici ottenuti con prodotti chimici definiti a basso impatto ambientale.
La palette dei colori risulta cosi totalmente differente: profuma di natura, colori polverosi, morbidi, non omogenei dove un capo risulta totalmente differente dall’altro.
La bellezza passa anche da questa “non-omologazione”.
- Chiara Allegranzi Milano
- Chiara Allegranzi Milano
- Chiara Allegranzi Milano
- Chiara Allegranzi Milano
CONCLUDENDO…
Oramai di aziende che ci propongono capi in cashmere di qualità ce ne sono in Italia tantissime, molte delle quali con modelli accattivanti.
Vi consiglio di dare un’occhiata al mio profilo Instagram: nei pallini in evidenza #voglioconoscervimeglio tutte le mie proposte migliori in cashmere e molto di più, a vostra disposizione sempre per acquisti ponderati, cuciti sui vostri gusti o, perché no, per i vostri regali di Natale.
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