SEMPRE PIÙ PROTAGONISTA IL BIJOUX, ACCESSORIO MUST-HAVE PER TUTTE LE TASCHE
Un’ottima alternativa il bijoux al gioiello tradizionale, purché si scelga con attenzione: oggi vi guido nella scelta tra le proposte italiane da me preferite.
Perché dico sì al bijoux?
Prima di tutto il prezzo allettante lo rende appetibile e, se originale, dona una marcia in più al nostro outfit.
Inoltre, grazie al savoir-faire di molti artigiani italiani ed alle loro scelte materiche eccellenti, il bijoux può essere un’alternativa di pregio al gioiello prezioso.
Ma attenzione alle “paccottaglie”: meglio scegliere bijoux anallergici, in materiali semipreziosi quali ottone, bronzo, argento o argento dorato (questi ultimi devono riportare la punzonatura di legge), i dettagli devono essere curati, le pietre meglio se naturali quali cristalli e pietre dure o, se artificiali, che non diano l’idea di esserlo.
E poi tessuti, legni, smalti, materiali di recupero… nessun limite alla creatività, è questo il bello dei bijoux!
UN PO’ DI STORIA DEL BIJOUX
Il bijoux in quanto copia fedele di un gioiello prezioso esiste da lungo tempo, basti pensare alle creazioni a prova di ladro commissionate al gioielliere di fiducia da aristocrazia e jet-set hollywoodiano nel primo dopoguerra, lasciando ovviamente in cassaforte l’originale.
Proprio negli Stati Uniti ad inizio ‘900 il grande boom della bigiotteria d’autore: i pezzi di Trifari, fondato da napoletani, Monet, Kenneth Jay Lane, Juliana, Coro, Napier, Hollycraft e Avon sono tuttora ambitissimi dai cultori del Vintage e dai collezionisti di tutto il mondo.
A Parigi nel frattempo Coco Chanel inizia a proporre una propria linea di bijoux semipreziosi, molti ovviamente con le sue amate perle, seguita a ruota da Elsa Schiaparelli, Givenchy, Dior, Yves Saint Laurent e tante altre Maisons del Lusso.
La bigiotteria esordisce in Italia dopo l’Unità per venire incontro alla nuova borghesia nascente, con oggetti che imitano l’alta gioielleria della tradizione francese e inglese, ma anche quella del Medioevo e del Rinascimento italiani.
Sempre in Italia nel secondo dopoguerra il bijoux prende una nuova forma: a Palazzo Pitti nel ’52 sfilano infatti le creazioni di Emma Pellini Cascio, Coppola e Toppo, mentre Erika de Wan apre il primo negozio di bijoux “fantasia” a Torino.
Negli Anni ’60 si sperimenta la plastica, nei ’70 tutte vogliono la collana lunga, negli ’80 sono gli stilisti a dettare il loro stile e trionfa l’opulenza, nei ’90 si va all’opposto, con il minimal e il vintage: i bijoux di Sharra Pagano, Donatella Pellini e Bozart sono richiestissimi, mentre oramai tutte le Maisons propongono la propria linea di bijoux e quelli di Marni diventano oggetto del desiderio per molte.
Una curiosità: lo sapete che la placcatura in oro è stata inventata nel 1880 a Casalmaggiore (Cremona) dall’orefice Giulio Galluzzi?
Fonte: “Storia della Bigiotteria” di Bianca Cappello
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Ed ora in ordine alfabetico, (la seconda parte in uscita nei prossimi giorni), i marchi di bijoux che più amo indossare: chi mi segue sui social li ha di certo già potuti apprezzare.
Ognuna delle aziende da me scelte ha una cifra stilistica ben precisa e dedica un’attenta cura al manufatto; tutti i bijoux sono prodotti artigianalmente in numero limitato e sono il risultato di un lavoro di ricerca minuzioso.
Tutti questi marchi di bijoux sono nati tra l’altro grazie all’intraprendenza ed all’ingegno di donne che io reputo uniche.
ARZIGOGOLO
Arzigogolo nasce nel 2004 in una zona di Milano allora poco conosciuta, ma sofisticata e con un’anima ancora molto artigianale. In questo spazio Isabella Appolloni, con le sue affezionate collaboratrici, crea da allora instancabilmente bijoux ed accessori.
Isabella ha una formazione professionale che ha poco di artistico: una Laurea in Filosofia, un Master in selezione delle risorse umane e parecchi anni passati nella formazione e nel Coaching, prima in azienda e poi da libera professionista.
Un lavoro in cui l’anima artistica viene spesso sacrificata ed il desiderio di Isabella di lavorare con le mani per creare oggetti unici, belli da indossare e da portare con sé rimane a lungo inespresso sino a quando, come spesso accade nella vita, Isabella decide di assecondarlo dando vita a Arzigogolo.
Lo spazio che Isabella sceglie come laboratorio e show room è pieno di atmosfera, un luogo che sembra fatto per creare e per ricevere: un camino, le volte a botte ed i mattoni a vista a cornice delle colorate creazioni Arzigogolo.
Riferimento oramai noto su Milano per chi ricerca accessori accattivanti, Arzigogolo è frutto anche di tanta ricerca sui materiali, con uno stile ed una scelta cromatica pressoché unici, bijoux vagamente retrò che sfidano il passaggio delle mode.
Chi entra da Arzigogolo trova sempre qualcuno al lavoro su un nuovo pezzo di bigiotteria e da qualche tempo può trovare anche le borsine cucite a mano con tessuti di arredamento.
La collezione Arzigogolo è disponibile anche in diverse boutique italiane e nello shop online (LINK).
Instagram @arzigogololaboratorio
Cosa mi piace di Arzigogolo?
In primis le scelte cromatiche e gli abbinamenti inconsueti di materiali e finish che rendono tutti i bijoux unicamente moderni ed al tempo stesso, come dice Isabella, un po’ retrò.
Scelgo da Arzigogolo sempre pezzi distinguibili, che esaltino il mio look anche se neutro, dandogli quella marcia in più.
Divertenti senza eccessi.
BENBAR
“Il passaggio dall’immaginazione alla realtà é pura magia.
Quando vedo finito un gioiello che ho immaginato e sognato mi emoziono ogni volta.
Chi indossa un mio gioiello indossa una parte di me.”
Benedetta Barzanò ha iniziato a giocare con le perline da bambina ed ha sempre avuto una passione sfrenata per il disegno e per tutti i lavori manuali.
Da piccola trascorreva infatti interi pomeriggi a disegnare o a creare con tutti i materiali che trovava per casa.
Ricevuta la prima scatola di perline Benedetta si è costruita un telaio ed ha iniziato a fare braccialetti, passando poi al filo di nylon ed alle magliette decorate.
Benedetta sente di avere fisicamente bisogno di esprimere manualmente quello che immagina e sogna, la creatività diventa per lei la sua dote ed al tempo stesso il suo momento di respiro.
Decide di laurearsi in architettura, studi che hanno contribuito a forgiare il suo senso artistico ed il gusto estetico.
Mamma di quattro maschi, Benedetta riprende in mano le perline quindici anni fa giocando con loro a fare braccialetti al mare. Decide di realizzarli con materiali più preziosi e da il via alla ricerca.
I primi gioielli Benbar sono lavorati con pietre dure ed altri materiali, ma Benedetta sente che la sua collezione necessita di un’identità più forte.
L’approccio alla lavorazione a cera persa l’ha talmente affascinata da non averla mai più abbandonata.
Benedetta difatti disegna e crea i modelli in cera con le sue mani per poi passare al laboratorio per la fusione e la creazione del prototipo. Abilissimi orafi supportano da sempre Benbar nella parte tecnica di oreficeria e procedono alla produzione.
Benedetta trae ispirazione per i suoi bijoux dall’arte, dalle trame dei tessuti e soprattutto dalla natura e da tutto il bello che la circonda, dalla luce dalle forme e dai colori.
Proprio i fiori elemento distintivo anche della piccola capsule disegnata da Benbar per #lacridaytonight di 50enni.blog, presentata nel marzo 2021 (LINK).
Protagonisti delle collezioni Benbar il bronzo, l’ottone e l’argento, con l’inserimento a volte di pietre dure o semipreziose naturali o con smaltature fatte a mano.
“La forma che mi rappresenta maggiormente é il cerchio rigato che si ritrova in molti dei miei gioielli, nelle cinture e sulle borse, ma anche la goccia allungata ed i motivi floreali.”
Segno distintivo dei bijoux Benbar la varietà di combinazioni per una serie di pezzi limitata, pezzi più vistosi e materici accanto a gioielli più minimali come piccoli orecchini, collanine sottili o bracciali fini fini con materiali più ricercati.
Le creazioni di Benbar si possono acquistare dallo shop online LINK o scrivendo in Direct dal profilo Instagram @_benbar–.
Cosa mi piace di Benbar?
Premetto che chiamarli bijoux, visto quello che c’è dietro alle collezioni Benbar, può risultare riduttivo, dunque li considero più gioielli che bigiotteria.
Indossandoli mi sono resa conto di quanta luce regalino al viso, alla pelle o all’abito in genere.
I bijoux di Benedetta sono molto nelle mie corde, geometrie urbane con richiami alla natura.
Adoro ottone e bronzo, materiali seminobili, eterni, valorizzati dalla lavorazione manuale di Benedetta, di cui si legge l’impronta.
BIANCA BAYKAM
Marina Salerno vive da qualche anno a Milano con la figlia Bianca (da cui il nome del Brand) e, come spesso capita, prima di passare a questa fase creativa della propria vita, un background lavorativo più che tradizionale, essendo laureata in Economia.
Anni fa, durante la sua lunga permanenza a Istanbul, Marina si avvicina ed appassiona al mondo delle gemme e, una volta chiusa l’azienda italiana per cui lavorava e separatasi dal marito, decide di cambiare il corso della sua vita iscrivendosi all’Istituto Gemmologico Italiano.
Il marchio Bianca Baykam nasce così, da una nuova grande passione, grazie anche al sostegno delle persone più vicine a Marina in un momento per nulla facile.
L’ispirazione delle collezioni Bianca Baykam parte dai colori delle gemme scoperte ad Istanbul, dunque una fusione della suggestione “bizantina” con il gusto di Marina, molto più minimal ed essenziale, cercando di dar vita ad uno stile riconoscibile, semplice e vivace, dove le pietre non mancano mai.
La scelta di gemme semi preziose e dell’argento placcato oro per le creazioni Bianca Baykam è stata mossa da un desiderio di accessibilità, di versatilità e di varietà cromatica.
I dettagli sono molto curati, le montature sono a castone.
Bianca Baykam produce i suoi bijoux in un piccolo laboratorio di Arezzo, in modo da mantenere un approccio artigianale al gioiello ma in tantissime varianti, accontentando più gusti con pezzi praticamente unici.
Marina cerca dove possibile di instaurare anche un rapporto personale con le sue clienti: adora poter dare loro dei consigli e ricevere il loro feedback, che la aiuta a crescere e a migliorare continuamente, per questo motivo spesso la trovate in Temporary in giro per Milano, come quello di via Cerva.
Bianca Baykam può essere acquistata anche qui (LINK).
Instagram @biancabaykamjewerlry.
Cosa mi piace di Bianca Baykam?
Prima di tutto apprezzo la delicatezza dei bijoux di Marina, belli da indossare anche multipli dando libero sfogo alla propria creatività senza però risultare troppo “agghindate”.
Le tonalità polverose e tutte le gradazioni di azzurro sono altro segno distintivo dei bijoux Bianca Baykam, toni che si addicono a tutti gli incarnati.
Le rifiniture sono curatissime e le pietre lavorate a cabochon catturano e riflettono la luce.
segue…
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