Ho colto l’occasione.
Autunno 2016. Mi capita tra le mani un’informativa del liceo linguistico frequentato da mia figlia: si organizza un seminario di filosofia della scienza rivolto agli studenti del quinto anno. E’ un corso pomeridiano che occupa il venerdì pomeriggio per due ore.
La filosofia: una mia passione.
Sentirla raccontare da un’esperta, e senza l’ansia, poi, di un’interrogazione! (…antiche ansie…)
Mando una mail alla segreteria scolastica chiedendo il permesso di partecipare. Mi rispondono di sì. Grandi! Mi iscrivo subito. Ed ho fatto solo bene. L’inverno è passato, le lezioni volgono al termine. E’ tempo di bilanci. In questo caso il mio è assolutamente positivo: il seminario si è focalizzato sull’aspetto scientifico della ricerca filosofica affrontando anche il ruolo della figura femminile, troppo spesso non valorizzata in quest’ambito. Come in tutti gli altri,del resto! Il cervello femminile non “poteva” competere con quello maschile… Mah! Eppure a partire da Ipazia fino ad arrivare a Margherita Hack mi rendo conto di quanto noi donne abbiamo dovuto faticare per dimostrare l’eccellenza del nostro pensare
Ho imparato tanto, interessantissimi sono stati gli spunti di discussione, bello poter interagire con esperti del settore e con i ragazzi partecipanti! Generazioni a confronto, punti di vista vecchi e nuovi che si fronteggiano. Che bello! E, non ultimo, l’opportunità di uscire dal solito “perimetro” di vita per entrare in un’altra dimensione.
Il mio cervello ringrazia, il mio portafoglio…pure (tutto gratuito) e la mia speranza sulle future generazioni: rinsaldata. I nostri ragazzi sono in gamba, altro che “bamboccioni”.
Morale: ogni occasione è buona per mettersi in gioco, senza paura di non essere all’altezza. Muoversi, partecipare, sperimentare: ogni occasione è buona per dare nuova linfa al quotidiano.