La scorsa settimana io e la Raffa ci siamo lanciate con un bel gruppone di amiche nella visita guidata da Nicoletta d’Amico di questa prestigiosa mostra a Palazzo Reale. Interessante ma un po’ poverina di opere di Manet, rimaste al museo d’Orsay.
Diversi Renoir, Degas, Gaugin e Monet, ma ci hanno affascinato due saloni in particolare, dove opere di diversi artisti parigini e non hanno colto l’essenza della vita sociale della Belle Époque, esaltando i magnifici coloratissimi abiti da sera (e qui, naturalmente, mi sono soffermata con maggior interesse….): “Scena di festa a le Folies Bergère” di Giovanni Boldini, un’esplosione di rosso; “Il ballo “ di Jacques-Joseph Tissot, un’esplosione di giallo con un abito al centro dell’opera ricco di dentelles e perle; “Una serata” di Jean Beraud, dove in un grande salone delle feste i signorotti in smoking , un po’ âgés, si accompagnano ad eleganti donzelle…
E finalmente Manet, antiaccademico per eccellenza e formatosi in un atelier!
Mago della Still Life, cogliendo l’attimo come un consumato fotografo di oggi, Manet ci regala dipinti bellissimi, di soggetti svariati. Belle le peonie cosi’ come gli asparagi ed altri disparati soggetti rubati alla natura, ma degni di nota anche i ritratti di familiari, amici, modelle ed … amanti.
Colloca spesso il soggetto principale al centro, con lo scopo di valorizzarlo nella sua complessità umana, riducendo a contorno l’ambiente che lo circonda.
Del periodo spagnolo ci rimangono produzioni di ritratti curiosi, in cui i soggetti scelti, mai in posa ma colti di “sorpresa”, rimandano a canoni di bellezza assolutamente non convenzionali per l’epoca.
E questa originalità, questo suo anticonformismo é riflesso nello sguardo penetrante ed un po’ irriverente dell’opera più famosa di questa mostra: “Il Pifferaio”.
E qui ci troviamo tutte d’accordo: già solo per questa visione vale la pena visitare questa Mostra, che presto volgerà al termine.